Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan non ci sta: dopo le indiscrezioni giornalistiche di ieri, il dirigente rossonero esce allo scoperto e dice la sua sull’inchiesta che riguarda il fallimento del Parma. Galliani è stato tirato in ballo per il trasferimento al Milan del difensore Gabriel Paletta, che secondo gli inquirenti sarebbe stato pagato “troppo poco” e l’operazione avrebbe così contribuito ad aggravare i conti del club ducale già in dissesto. Una situazione “bizzarra”, invece secondo Galliani, che alla ‘Gazzetta di Parma’ ammette di essere stato consigliato dai propri legali di tacere sulla vicenda:

“Dovrei tacere, perché gli avvocati mi dicono di star zitto. Ma se noi non avessimo comprato Paletta, il giocatore avrebbe potuto rescindere il contratto, oppure l’avremmo potuto prendere mesi dopo quando era già svincolato”.

Inoltre, prosegue l’ad rossonero, nell’operazione Paletta sarebbero in tanti ad averci rimesso: in un contesto di forte crisi per il Parma, inoltre, il Milan sarebbe stata una delle poche società ad aiutare indirettamente il club ducale. Eppure la magistratura se la sarebbe presa proprio con Galliani:

“Voglio anche dire che Paletta è venuto da noi rimettendoci sette mesi di stipendio e anche il suo procuratore ha fatto delle rinunce. Però siamo stati indagati: non riesco a capire. Il Milan è stata l’unica società che in quel momento ha dato soldi al Parma. Eppure siamo stati indagati per concorso in bancarotta fraudolenta. Mi sembra una cosa un po’ bizzarra. Se fossi a conoscenza del profondo rosso del Parma quando ho concluso l’acquisto? Ho spiegato come sono andate le cose – conclude – , non voglio dire nient’altro”.

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ultimo aggiornamento: 14-10-2015


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