Era tutto vero. Lo ha ammesso lui stesso, Zlatan Ibrahimovic. L’attaccante svedese potava davvero tornare al Milan la scorsa estate ed è stato a un passo dall’accettare la proposta rossonera.

E’ questo la parte più importante dell’intervista a Ibra pubblicata dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport in seguito alla cerimonia di premiazione nella quale la stella del Psg ha ricevuto per la decima volta in carriera, il Guldbollen, il pallone d’oro svedese assegnato dal quotidiano Aftobladet.

Una formalità per Ibra che, di fatto, compete senza concorrenti. Troppo più forte degli altri calciatori svedesi. Troppo più forte anche di molti centravanti europei e mondiali, a esclusione dei soliti noti. E’ per questo che il Milan lo avrebbe rivoluto dopo il doloroso addio del 2012 quando, a inizio estate, sia Ibra che Thiago Silva, vennero ceduti al Psg, lasciando i tifosi rossoneri disorientati e attoniti. Da allora, poco o nulla è successo in casa rossonera. L’Europa è un miraggio. In campionato, le prime cinque posizioni un traguardo quasi impossibile.

Ibra poteva essere l’uomo della svolta. Berlusconi e Galliani ci hanno provato fino all’ultimo giorno di mercato. Lo svedese ha vacillato ma poi è rimasto al Psg senza ancora rinnovare il contratto in scadenza il prossimo giugno. Ciononostante, il Milan è rimasto nel cuore dello svedese che così racconta i fatti della scorsa estate

C’è stata un’offerta concreta del Milan. Se avessi detto si, avremmo concluso l’affare. Ma non era quello che volevo (…) Il Milan rimane comunque il club più grande in cui abbia mai giocato. E ho giocato in tanti club importanti. Ma il Milan non ha paragoni. Eppoi avevamo una squadra fantastica

Archiviato (ma non del tutto), il passato, Ibra è concentrato sul Psg e la nazionale svedese. Ipotecato già l’ennesimo campionato con i transalpini e con gli ottavi di Champions a un passo, sabato e martedì, l’attaccante guiderà la Svezia nello spareggio contro la Danimarca valido per la qualificazione a Euro 2016. Lui vuole esserci a tutti i costi e non pensa affatto al ritiro

Il mio corpo è come una macchina. Più cammina e meglio funziona. La mia età non mi dice di smettere. E all’Europeo voglio esserci a tutti i costi

Parola di Zlatan.

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ultimo aggiornamento: 10-11-2015


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