Il campionato di Serie A 2015-2016 conferma la crisi del calcio milanese: Milan e Inter, per il terzo anno consecutivo, finiranno lontane dal podio, a meno di una clamorosa rimonta dei nerazzurri. Il finale di stagione, infatti, non dovrebbe travolgere la classifica, con Juventus, Napoli e Roma a spartirsi i primi tre posti, esattamente come avvenne a maggio del 2014, mentre lo scorso anno, il podio spettò a Juve, Roma e Lazio. Insomma, a parte la Vecchia Signora, regina degli ultimi quattro campionati e vicina alla “manita” è il Centro-Sud a sedersi nell’élite del calcio nostrano.

Per trovare una milanese tra le prime tre, bisogna andare indietro al campionato 2012-2013, quando il Milan arrivò terzo dietro Juventus e Napoli. Per l’Inter, invece, l’ultima volta risale al campionato 2010-2011, quando i nerazzurri arrivarono secondi proprio dietro al Milan. Insomma, il calcio milanese è in crisi e nessuno lo può negare: crisi di risultati e finanziaria. Le cose viaggiano ovviamente di pari passo, se è vero come è vero che vincere oltre ai trofei dà l’accesso anche a risorse economiche importanti. L’Inter è dovuta ricorrere alla cessione di una grossa fetta di quote ad Erick Thohir e non sono esclusi nuovi ingressi di capitali cinesi. Il Milan ha trattato a lungo con Mr Bee e attualmente risulta essere comunque alla ricerca di nuovi partner.

Da quando Moratti e Berlusconi hanno smesso sostanzialmente di spendere e spandere, in sostanza, Inter e Milan sono sparite dalle posizioni che contano, in Italia e all’estero. Senza un ‘magnate’ italiano, dunque, ai due gloriosi club milanesi, non resta che sperare in qualche investitore proveniente dal Sol Levante, ma la ‘riemersione’ di società come Napoli e Roma, che pure di recente hanno toccato il fondo dal punto di vista finanziario, dimostra che alla fine quello che conta è un buon progetto. Il Napoli di De Laurentiis, da questo punto di vista, è un esempio di ottima gestione societaria (conti sempre in ordine) e costanza di risultati. La Roma degli americani, invece, sembra avere ancora qualcosa in meno dal punto di vista societario (tanti gli errori commessi e i conti non fanno dormire sonni totalmente tranquilli), ma la squadra è comunque sempre al vertice e sembra che basti davvero poco per il definitivo salto di qualità.

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ultimo aggiornamento: 13-04-2016


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