Il Var tanto agognato prima della sua entrata in vigore lo scorso anno continua a perdere estimatori. Nelle prime sei giornate di serie A sono stati numerosi gli episodi contestati da diversi club, tanto che sembrano rimasti in pochi coloro i quali credono che la moviola in campo possa “riassestare” gli equilibri del calcio nostrano e internazionale. Il club che si è più lamentato delle decisioni di questo inizia stagione è sicuramente l’Inter, che ritiene di essere stata penalizzata in almeno tre gare anche se ieri sera contro la Fiorentina arbitri e Var hanno già restituito qualcosa ai nerazzurri (se si può discutere all’infinito sul cacio di rigore concesso, ma ci può stare, è lampante che Asamoah già ammonito sia stato graziato dal secondo giallo e conseguente rosso).

A lamentarsi per i nerazzurri è stato anche il tecnico Luciano Spalletti, che dopo la gara persa contro il Parma ha lamentato la mancata concessione di un rigore: “Var? Non so come funziona, è veramente clamoroso”. Eppure, solo ad aprile scorso lo stesso allenatore dell’Inter benediceva la moviola in campo come una manna “nonostante qualcuno che remava contro” (un chiaro riferimento alla Juve). Ieri sera il rovescio della medaglia ha portato la Fiorentina a lamentarsi al termine della sconfitta rimediata a San Siro contro il club di Suning. Il presidente viola Cognigni ha usato parole durissime: “Il Var crea dei mostri, solo protagonismo manifestato all’ennesima potenza”.

A Cairo il Var non piace più

Parole che fanno eco a quelle del presidente del Torino, Urbano Cairo, che dopo la partita contro l’Udinese non ha usato mezzi termini: “Var? Se lo usano così, meglio non averlo”. È lo stesso Cairo, che a gennaio scorso, dopo una partita nella quale i granata erano stati fortunati con la tecnologia in campo aveva sottolineato: “Nonostante gli errori che possono esserci, l’introduzione del Var rimane importante”. Insomma, il Var è bello quando porta a decisioni a favore del proprio club, piace assai meno quando le decisioni sono avverse. Esattamente come avveniva prima dell’avvento della tecnologia: se l’arbitro “solo soletto” sbagliava a favore scattava il “ci può stare”, in caso di decisioni contrarie si alzavano inevitabilmente i toni. Cosa è cambiato da questo punto di vista dopo l’introduzione del Var? Nulla.

Lo scorso anno, all’introduzione del Var ci furono le prime giornate in cui si vide sostanzialmente di tutto e la società che più si fece sentire fu la Juventus e fu subito accusata di “non volere la tecnologia in campo per poter continuare a fare il bello e il cattivo tempo”. Eppure, il club bianconero fu l’unico a cogliere subito il nocciolo della questione con il tecnico Massimiliano Allegri: “Gli episodi decisi con il Var? Non giudico, dico solo che se vogliamo far diventare il calcio un non sport allora continueremo a usare il Var su situazioni soggettive”. Quello che voleva dire il tecnico livornese è sotto gli occhi di tutti: se la tecnologia viene usata per situazioni “oggettive” (un fuorigioco, un fallo dentro o fuori area) può essere un grande aiuto, se invece lo si utilizza per situazioni “soggettive”, l’interpretazione continuerà ad essere variegata esattamente come prima dell’introduzione del Var.

Rizzoli: “Il protocollo Var non è cambiato”

Il risultato è che a turno, un po’ a tutti toccherà subire decisioni a favore e a torto anche con la moviola in campo: ne sa qualcosa proprio l’Inter che in questo inizio di campionato è stata indubbiamente penalizzata in alcune decisioni, ma favorita in altre. Il fatto che la Juventus non si sia più lamentata, anzi abbia sponsorizzato anche l’introduzione del Var anche in ambito europeo, secondo i tifosi avversari è sintomo di una “nuova amicizia” dei bianconeri con la tecnologia “scaccia ingiustizie” soprattutto per via del “cambio di protocollo”. Ovvero, una cosa che non è mai avvenuta, come ha sottolineato il designatore Nicola Rizzoli, che ospite della Domenica Sportiva ha mostrato i dati relativi agli interventi del Var nelle prime 4 giornate dell’anno scorso e quelle di quest’anno: sostanzialmente, i dati sono in linea, non è cambiato proprio nulla. “Il protocollo non è cambiato – sottolinea dice Rizzoli – e non si sta usando meno. È stato solo aggiunto il termine “ovvius” quando certi episodi sono talmente chiari che non serve rivederli. Rispetto allo scorso anno ci sono stati gli stessi controlli e più errori corretti. L’arbitro prova sempre a fare il proprio meglio, il VAR serve solo a fare giustizia”. Amen.

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ultimo aggiornamento: 26-09-2018


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