Alla vigilia del delicatissimo match di Champions League tra Inter e Chelsea in Via Durini, Milano, c’è fermento: non il massimo per preparare questa cruciale gara, coi londinesi di Ancelotti che invece oggi sono arrivati nel capoluogo lombardo col morale a mille e i nervi saldi. Sarà interessante all’inverosimile vedere la sfida di domani, anche perché in Italia si sta sfiorando la guerra “Mourinho contro tutti“. L’irriverenza dello Special One per molti ha travalicato i limiti, per il Giudice Sportivo Tosel vale tre giornate di squalifica, per i pennivendoli è la solita ghiotta opportunità di consumare fiumi di inchiostro a favore del tintinnio del registratore di cassa. E se Moratti impone dunque il silenzio stampa, ci pensa il portavoce del lusitano a rinfocolare le polemiche.

Da Bari al derby, primi segnali di “complottinho” per la banda nerazzurra; poi le ingiustificate lamentele post-Napoli col botta e risposta col presidente dei partenopei Aurelio De Laurentiis: “Neanche se me lo regalassero prenderei Mourinho” la bordata del magnate cinematografico, “In realtà dice così perché non ha i soldi per pagarmi” la replica del tecnico portoghese. Che poi si è sorbito anche le punzecchiature di Mazzarri: “A conti fatti ho vinto più io, se commisurato alle disponibilità economiche di cui ho disposto nei club in cui ho allenato“. Ieri a margine della squalifica per tre turni a Mourinho, nuovo ginepraio di dichiarazioni. Ancora benzina sul fuoco: contro-replica di De Laurentiis, quindi interviene il portavoce di Mourinho.

Mourinho sbaglia di grosso, i soldi per prenderlo li avrei pure. Nel cinema girano molti più soldi rispetto al calcio, e la mia famiglia ha prodotto mille e cinquecento film. Io me lo posso permettere come allenatore, ma a che pro? Il Napoli è uno dei pochi club sani d’Europa, i soldi preferisco spenderli diversamente, ad esempio comprando campioni. I milioni che avrei dovuto dare a lui li ho spesi per comprare Hamsik e Lavezzi. La squalifica? Non fa bene all’immagine del calcio. Servirebbe più educazione e pacatezza” le parole di De Laurentiis, che poi ci ha tenuto a stemperare i toni (“Basta con queste diatribe, mi sembrano così infantili. Mi sembra di vedere i bambini: tu hai detto questo, io quello…“).

Ma sicuramente non seda le polemiche il portavoce di Mourinho, che cerca anche di giustificare il lusitano in merito al gesto delle manette: “Un gesto male interpretato. Non aveva nulla a che vedere con l’arbitro. Voleva dire una cosa diversa: ‘Potete anche portarmi via, arrestarmi, ma tanto la mia squadra è forte e vince lo stesso, anche se giochiamo in nove’“. Ma, visto che c’era, Eladio Parames ha anche riservato bordate non proprio morbide a due “nemici” di Mourinho. Si parte con Ranieri: “Voglio dire al signor Ranieri che José, sia con il Chelsea di Abramovich che con l’Inter di Moratti, ha vinto molti titoli, al contrario di lui, che nel club di Abramovich e nella Juve della famiglia Agnelli non ha vinto nulla“.

E si finisce col nuovo “rivale” di zecca, Walter Mazzarri: “Un asino non diventerà mai un cavallo di razza. Al Porto José aveva un budget di 60 milioni nel 2004 e nonostante questo ha vinto, mentre la sua squadra solo sul mercato ha speso più di 57 milioni. E in tal senso si deve spiegare all’asino che il mercato rappresenta soltanto una parte del budget di una società“. Grazie José per farci gustare più amabilmente il caffè al mattino e l’aperitivo alla sera, grazie davvero per farci tenere allenate le dita delle mani: di che parleremmo e di che scriveremmo senza la tua dialettica pungente? Magari di calcio? No, non ci sarebbe sfizio. Siamo in Italia e dobbiamo parlare di complotti, affronti e confronti. A costo di sfiorare la rissa.

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