Guglielmo Stendardo, difensore dell’Atalanta con apparizioni più che dignitose anche con le maglie di Lazio, Juve e Lecce, era a un bivio e ha fatto la sua scelta: rispondere alla convocazione di Stefano Colantuono per la sfida di questa sera contro la Roma all’Olimpico o recarsi a Salerno per sostenere la parte orale dell’Esame di Stato per diventare avvocato? Stendardo, Willy per gli amici, ha disertato la partita ed è sceso fino in Campania per una tre giorni di fuoco (oggi discuterà il parere di diritto civile, domani quello di diritto penale e giovedì uno a scelta tra penale, civile e amministrativo). Il roccioso difensore centrale si laureò in Giurisprudenza nel novembre 2008, quando era un giocatore del Lecce; anche allora avrebbe dovuto giocare nella trasferta di Catania ma il mister dei salentini dell’epoca, Mario Beretta, gli diede il permesso di assentarsi:

“Non si tratta di una scelta tecnica, ma di un permesso accordato al giocatore per un importante appuntamento. Purtroppo capita a ridosso della partita. Avessimo giocato di domenica, probabilmente sarebbe riuscito a raggiungerci a Catania ma, trattandosi del giorno prima, risulta complicato riaverlo, anche per la giornata impegnativa dal punto di vista emotivo che affronterà oggi”.

Questo il Beretta di quattro anni fa, molto differente dal Colantuono di oggi; va bene che la situazione è diversa (laurea, una tantum, versus esame di stato, ogni anno), però l’intransigenza del tecnico degli orobici ha fatto sicuramente notizia: assente contro il Parma sabato scorso, il pelato allenatore dei nerazzurri lo avrebbe voluto impiegare in Coppa Italia contro la Roma, salvo poi schierarlo anche contro la Juve domenica prossima. Ma Stendardo ha deciso di non rispondere alla convocazione, scatenando l’indignazione di Colantuono:

“È una situazione delicata. Il caso ha voluto che il suo esame di Stato ci fosse in questa settimana, importante anche per noi, visto che abbiamo stasera la Coppa Italia e domenica la Juve. Ci sono dei regolamenti, noi siamo a disposizione dell’Atalanta, siamo dei professionisti ben pagati. A volte si possono fare delle deroghe, come già successo con Stendardo, ma stavolta la situazione era delicata. Se ne assumerà la responsabilità. Non si possono creare precedenti: è vero che questo esame non c’è ogni giorno, ma ogni anno sì. Spero voglia continuare a giocare a calcio fino a quando vorrà, non ha l’impellenza di svolgere la professione di avvocato”.

Intanto Stendardo non si lascia distrarre e punta a superare la triplice difficile prova, anche se per lui è in arrivo una multa e chissà, altre esclusioni: di sicuro contro la Juve non verrà convocato. Per diventare avvocati, questo ed altro.

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