Non è tutta colpa di Carmine Russo, arbitro della sezione di Nola, ma sicuramente il fischietto campano nel posticipo domenicale del San Nicola di Bari non ha fatto un figurone; coadiuvato dalla guardalinee donna Santuari e dal collega Angrisani, Russo è stato il grande protagonista del pirotecnico 2-3 tra pugliesi e Roma, una infinità di errori tecnici con qualche rara decisione giusta sia da una parte che dall’altra. Alla fine si lamentano tutti, ma il risultato (ossia la vittoria dei giallorossi) e la matematica retrocessione del Bari faranno cadere nel dimenticatoio la prestazione dell’arbitro campano.
Ben tre i rigori assegnati: il primo lo fischia a favore del Bari ma non solo il tocco di mano di Juan è palesemente involontario e difficilmente evitabile per il difensore brasiliano, ma c’è anche che la posizione di Huseklepp, autore del cross, è di fuorigioco quando riceve palla sulla destra. Poi ne assegna due agli ospiti: il primo è per una trattenuta di Belmonte su Juan, giusto il penalty e probabilmente anche il giallo al difensore; più generoso il secondo per la scorrettezza di Glik su Borriello, il difensore dei galletti è poi espulso per proteste: eccessivo. Gli altri due rossi?
Uno a De Rossi per gomitata a Bentivoglio, giusto, ma il secondo per il colpetto di Perrotta a Masiello appare esagerato. Ma il Bari si lamenta soprattutto per il terzo gol della Roma: la rete è regolare ma è scaturita su una ripartenza dei giallorossi mentre i padroni di casa, distratti, protestavano. Già, perché pochi secondi prima Russo ha negato un calcio d’angolo netto su una deviazione di un giocatore romanista su colpo di testa di Belmonte: il corner era plateale, per il direttore di gara rimessa dal fondo per la Roma. E pensare che già alla vigilia c’erano state perplessità: Russo tornava a dirigere i capitolini dopo la infausta trasferta di Brescia di inizio anno.
Le migliori foto di Bari-Roma 2-3
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