Silvio Berlusconi, il Presidente del Milan, intervenuto ieri in un’esclusiva videochat con i lettori della Gazzetta dello Sport, è un fiume in piena. In 45 minuti dispensa risposte con grande disponibilità e la consueta spavalderia rendendo ancora più chiaro il vero obiettivo della sua squadra: il Mondiale per Club 2007 di Dicembre.

Il Presidente vuole il successo nella “nuovaIntercontinentale dopo la grande vittoria di Atene, per questo l’avvio sfortunato di stagione non lo preoccupa, così come non è preoccupato dallo stato di forma non eccelso mostrato dai giocatori: quello che conta è arrivare al meglio a Dicembre. Il ragionamento vale soprattutto per Ronaldo, ancora alle prese con i postumi del misterioso infortunio del 31 luglio, e per il quale bisogna “usare grande calma e prudenza per averlo al meglio nell’appuntamento di Tokyo“.

Il Mercato, considerato il punto debole da molti sostenitori rossoneri, tiene banco in gran parte delle domande che arrivano dai lettori della Gazzetta e Berlusconi non si tira indietro. Ibrahimovic? “Sarebbe stato nostro senza l’ingiustizia della penalizzazione e dei processi“. Totti? “Farebbe comodo a chiunque, ma le bandiere non si cedono e non si comprano. Nesta è stata un’eccezione fatta per impedire che finisse alla Juve“. Kakà? “Non ha mai manifestato sentimenti di lontananza e resterà con noi fino a quando vestirà con orgoglio la maglia rossonera, non sarà certamente un’offerta economica consistente a farmi cambiare idea“. Ed un nuovo acquisto in difesa? “Non serve, ne abbiamo dieci per quattro posti

Berlusconi assolve anche Dida, che ha commesso un errore a Glasgow, ma è stato vittima “delle cattive condizioni fisiche che avrebbero consigliato di tenerlo a riposo in quella gara”, e conferma la volontà di investire nella squadra, senza farsi condizionare dai figli che gli raccomandano prudenza.
Per il Presidente il Milan “è un’avventura romantica. Sin da quando ero piccolo andavo allo stadio mano nella mano con mio padre abbassandomi ai cancelli per non pagare il biglietto.

Nella VideoChat trova anche il tempo di chiarire ulteriormente il suo pensiero sulle famose “due punte” e arrivano elogi all’indirizzo di Ancelotti: “C’è sempre stata una certa dialettica tra presidente, società e allenatore. E siamo stati sempre d’accordo su un punto: la missione del Milan è quella di essere padrone del campo e del gioco in casa, in trasferta e contro chiunque giochi. Continueremo a giocare con due attaccanti perché Kakà è una seconda punta a tutti gli effetti.

Certo, la tentazione di far arrivare prima o poi Marco Van Basten sulla panchina dei rossoneri c’è, ma c’è sempre tempo, per ora l’allenatore e tutto lo storico staff societario non si tocca.

Nello staff rossoneri Berlusconi ricorda il lavoro di Ariedo Braida, “colpevole” di un solo errore nella sua lunga carriera di osservatore e dirigente: “Andò a Bordeaux e ci portò Dugarry senza accorgersi di quel talento incredibile che era Zidane. Ma come si fa a non innamorarsi di Zizou vedendolo giocare?

Già, come si fa?

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