L’inchiesta sul calcio infetto, la famigerata operazione “Last Bet“, continua a fare spenti con il pentito Carlo Gervasoni che sta aiutando a comporre un puzzle che si arricchisce giorno dopo giorno di pezzi che si incastrano a perfezione l’un con l’altro. Così dagli interrogatori dell’ex difensore del Piacenza emerge che le partite del maggio scorso tra Lazio e Genoa all’Olimpico (4-2 per i capitolini) e Lecce e Lazio al Via Del Mare (identico punteggio, con la vittoria sempre dei biancocelesti) sono state in qualche modo truccate, di sicuro ci sono state le connivenze di diversi giocatori che hanno in qualche modo avallato la combine.
Partiamo dalla sfida di Roma, con il latitante macedone Hristyian Ilievski avvistato a Formello alla vigilia del match, lo stesso personaggio si recò poi nell’albergo che ospitava il Genoa. Con lui Alessandro Zamperini, altro pentito ed ex calciatore, individuato nei luoghi del macedone grazie alle celle telefoniche. Quindi il volo di Ilievski a Milano: in un hotel meneghino, il giorno dopo della partita, il suddetto insieme a Bellavista incontra Dario Dainelli e Omar Milanetto, per gli inquirenti andati fino in Lombardia a ricevere il malloppo per la combine conseguita.
Stesso scenario pochi giorni dopo in Salento, la settimana successiva. Zamperini si reca a Lecce alcuni giorni prima e alla vigilia della gara incontra Stefano Mauri, quindi va a fare visita ai giocatori del Lecce, all’ora di pranzo, insieme ad Ilievski e altri due slavi. Alla fine la Lazio, siamo all’ultima giornata di campionato, espugna l’impianto leccese, secondo gli inquirenti avrebbe collaborato anche Daniele Corvia, mentre Stefano Ferrario si sarebbe rifiutato pur non denunciando l’accaduto. Bisogna ancora constatare la veridicità dei racconti di Gervasoni e soci, ma chi sta indagando su questa brutta storia non potrà sicuramente esimersi dal sentire i giocatori tirati in ballo. E la faccenda si complica.
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