Game, set e (forse) match. Figuraccia dei neo-campioni d’Italia all’Olimpico, nell’incontro di andata della finalissima di Coppa Italia. Un tennistico e umiliante 6-2 che non fornisce attenuanti. Grandissima Roma innanzitutto. Roma stanca di prendere schiaffi dall’Inter: in Campionato, in Coppa Italia, in Supercoppa. Roma determinatissima, Roma che suscita qualche rimpianto per quella maledetta notte di Manchester. I 15 minuti iniziali sono da brividi: 52 secondi e il simbolo della lupa, Francesco Totti, porta in vantaggio i capitolini.
I nerazzurri restano mentalmente negli spogliatoi e subiscono altri due goal, con le firme di De Rossi e Chivu. 3-0 in un quarto d’ora.
Questa volta sembra proprio che la Coppa Mancini prenderà una direzione diversa dalla solita, anche se nel calcio non si può mai dire.
La pessima Inter di questa sera rimane in qualche modo aggrappata al match grazie ad Hernan Crespo, bravo ad accorciare le distanze. Ma è solo un illusione perchè alla mezzora Mancini, appoggia in rete di testa il 4-1. Partita chiusa e forse anche l’assegnazione del trofeo.
Ma l’apoteosi giallorossa si compie nella ripresa e, ironia della sorte è un ex-interista, ma anche un ex-milanista, a mettere un macigno sui sogni di slam (con la “s” minuscola s’intende), con una doppietta sporcata dal secondo goal di Crespo.
Come sempre, o quasi, emozioni a go-go e valanghe di goal quando si affrontano queste due formazioni.
Ora serve un’impresa alla banda Moratti. Impresa che Mancini, con molta obiettività e realismo, tende ad escludere a fine partita.
Immensa Roma, che avrebbe meritato una cornice diversa. E ora, passarella alla Scala del Calcio, il prossimo Giovedi.
Foto | Goal.com
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