In un’intervista rilasciata oggi a Repubblica, il capitano della Juventus, Alessandro Del Piero (qui la sua fotogallery), dimostra di non essere del tutto d’accordo con le dichiarazioni del presidente dei bianconeri, Cobolli Gigli, il quale in settimana aveva sostenuto che gli errori arbitrali patiti dalla sua squadra in questa prima parte della stagione non sarebbero più numerosi di quelli subiti da altre compagini.
Il calciatore infatti, come già capitato ad alcuni giocatori del Milan, altra squadra che si sente danneggiata dal “nuovo corso” impostato dal designatore Pierluigi Collina, si ritiene poco soddisfatto delle prestazioni dei direttori di gara per quanto riguarda gli incontri della sua squadra e sostiene:

“Penso che il nostro presidente abbia parlato molto, e che in assoluto se ne sia parlato sicuramente meno di quando la Juve gli arbitraggi li aveva a favore.”

aggiungendo anche:

“La giustizia ci sarebbe se nessuno avesse nulla di cui lamentarsi. Lo dice Collina, lo dice il regolamento: se io faccio un errore non posso rimediare compiendone un altro. Si possono fare tutte le battute del caso, dire che ci vorrà una vita prima che vengano compensati i favori che ci sarebbero stati fatti, ma c’è una sola via: che si sbagli meno possibile, e con tutti. Non possiamo fare leggi di compensazione. Cosa vuol dire, allora, che l’anno prossimo toccherà a noi incassare? Tutti quelli che hanno vinto gli scudetti, compresi Inter Lazio e Roma, hanno sempre avuto in quell’anno degli episodi a favore. Questa è la realtà.”


Del Piero dichiara anche di non mollare per quanto riguarda la Nazionale, a proposito della quale dice:

“Non credo che due mancate convocazioni possano distruggere un anno e mezzo di lavoro. In Scozia non c’ero, ma nella qualificazione mi sono sentito coinvolto anch’io. Mi è sembrato giusto farlo sapere anche a Donadoni. Ci siamo parlati e ha ribadito a me quello che ha detto anche in pubblico: le porte sono aperte, non mi sento tagliato fuori. […] Quello che ha fatto, benissimo, Di Natale in Scozia posso farlo anch’io. Ci sono moduli diversi, posso anche giocare dietro a una punta, il cittì lo sa. Io e lui abbiamo fatto chiacchiere molto serene, abbiamo avuto anche momenti difficili che però abbiamo chiarito face to face. Il rapporto è buono, e quegli sms non li ho certo spediti per fare il ruffiano. […] Da parte mia devo solamente pensare a migliorare. So anche che non posso piacere a tutti, ma la vita continua: Maldini ha vissuto otto anni entusiasmanti senza l’azzurro addosso, altri colleghi non vanno più in nazionale e stanno benissimo lo stesso. Sopravviverei. Nel frattempo so come consolarmi. Sul caminetto di Coverciano ci sono due liste: i quindici giocatori con più presenze in nazionale e i quindici che hanno segnato in più, e io sono l’unico ad essere presente in tutte e due, nonché il giocatore in attività con il maggior numero di gol. Se sono giù di morale, alzo lo sguardo e mi tiro su. […] La nazionale, per me, è il massimo dell’ambizione e finché ne avrò la possibilità continuerò a inseguire questo sogno. Nell’Italia ci sono giocatori più vecchi di me, anche se nessuno lo fa mai notare, e d’altronde Donadoni ha dimostrato di non tenere in considerazione l’età, nelle sue scelte. Perché non dovrei crederci?”

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ultimo aggiornamento: 24-11-2007


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