Arriva un altro mezzo pasticcio della Giustizia Sportiva. La notizia è passata in sordina, nessun titolone sui quotidiani sportivi o nelle trasmissioni calcistiche, ma un semplice e scarno comunicato disponibile sul sito della Figc.

Il tecnico Delio Rossi è stato deferito “per aver tentato, senza esito, di indurre nel corso di una conversazione telefonica il presidente della Lazio Lotito ad assumere iniziative nei confronti dei dirigenti del Lecce, tese ad influenzare la prestazione tecnica della squadra in vista della partita del 30 aprile 2006 del Campionato LNP 2006-2007”. Per responsabilità oggettiva è stata deferita anche la Lazio.

Aldilà dell’errore marchiano contenuto nel comunicato (si tratta del campionato 2005/06, non 2006/07) la vicenda è alquanto controversa. Prima di Lazio – Lecce, 36^ giornata di ritorno, in una non meglio specificata intercettazione telefonica fra Lotito e Delio Rossi quest’ultimo avrebbe chiesto al suo Presidente di “stringere con i dirigenti del Lecce“. Proprio nel turno precedente i pugliesi erano retrocessi matematicamente dopo il pareggio interno con il Treviso, mentre i biancocelesti cercavano la vittoria che avrebbe garantito l’accesso alla Coppa Uefa.

La frase, ambigua e di non facile interpretazione, si potrebbe riferire anche alla trattativa per l’acquisto di Cristian Ledesma, il centrocampista argentino in forza al Lecce e che sarebbe finito alla Lazio durante il calciomercato estivo. Almeno questo è quanto hanno sempre sostenuto la società e il suo allenatore.

La Giustizia Sportiva però non ha creduto a questa interpretazione ed ecco arrivare il deferimento di oggi: un provvedimento che, se davvero si vuol credere alla teoria delle pressioni per “ammorbidire” la resistenza del Lecce, appare fin troppo generoso nei confronti di Delio Rossi.

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