Edy Reja non era partito male: colpo esterno al Tardini di Parma per la sua Lazio e boccata d’ossigeno in vista della salvezza. Poi però un punto in tre partite, a giocare col fuoco spesso poi ci si scotta; per cui niente più alibi, non si può rimandare l’appuntamento con la vittoria, i biancocelesti domenica devono cercare in tutti i modi i tre punti per cacciarsi fuori da una situazione molto molto pericolosa. All’Olimpico di Roma arriva il Bari di Ventura, squadra abbastanza tranquilla e che lontana dal San Nicola fatica e non poco a fare punti: quale migliore occasione per i capitolini per tornare a vincere e fare un passo in avanti piccolo ma estramemente importante in classifica?

Niente è scontato, per aggiudicarsi l’intera posta in palio ci vorrà concentrazione, cattiveria, agonismo… e un pubblico speciale. Lotito ha fatto un passo verso i tifosi abbassando i prezzi dei tagliandi, questi hanno risposto per il bene della Lazio e così domenica pomeriggio si prospetta molto traffico dalle parti dello Stadio Olimpico. Ad oggi sono 13500 i biglietti venduti, a cui si aggiungono i 28mila abbonati; le previsioni neanche poi tanto ottimiste parlano di 50mila unità sugli spalti. In più è prevista una coreografia dell’intero stadio per celebrare i centodieci anni di storia delle Aquile, con la ciliegina sulla torta di un Mauro Zarate nella Nord, in mezzo ai tifosi che lo hanno spesso idolatrato.

Squalificato per due giornate, l’argentino ha accettato l’invito degli ultrà e insieme al fratello Sergio e al suo procuratore assisterà alla delicata sfida dalla curva: un bagno di folla che non potrà che far bene al giocatore, fra pochissimi giorni 23enne ma che quest’anno non ha ripagato la fiducia accordatagli dalla società che lo ha riscattato sborsando esose cifre. Reja comunque pensa alla formazione e cerca di lasciarsi scivolare addosso il contorno: dopo il 6-0 in amichevole al Zagarolo, è pronto a rilanciare Matuzalem in cabina di regia insieme a Ledesma, con Dias che potrebbe rilevare un appannato Stendardo; Rocchi e Floccari come ovvio i terminali offensivi. Partita dunque tosta, col minuto di silenzio iniziale a far da preambolo: il 14 marzo di un anno fa moriva Ugo Longo, trentesimo presidente della storia laziale e predecessore di Lotito.

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