Vendetta compiuta e sette volte campioni d’europa. Questo è il verdetto dello stadio olimpico di Atene che ha visto disputarsi lo scontro tra Milan e Liverpool.
Non lesina emozioni la finalissima che vede un avvio bruciante con soprattutto i Reds in grande spolvero, e di fronte, un Milan molto concentrato.
Questa per i rossoneri non deve essere la partita degli errori, non ci si può permettere un nuovo Istambul.
La carica del Liverpool suona per tutto il primo tempo e mette in agitazione il tifo rossonero. Ma poi, poco prima del the caldo, arriva l’urlo liberatorio.
Kakà è steso al limite dell’area, Pirlo angola un tiro potente e Inzaghi sporca il pallone che beffa Pepe Reina. E’ 1 a 0 e si va sul riposo, carichi del gol ma preoccupati per l’andamento della partita che sembra nelle mani del Liverpool.
Nel secondo tempo le preoccupazioni si rivelano fondate, perchè è ancora il Liverpool a creare pericoli ma Dida fa il miracolo ed evita il pareggio. Il tifo esplode, quella parata su Gerrard vale un gol, e da morale. La rimonta, questa volta, è bloccata sul nascere.
E allora si punta al raddoppio, e dopo le prove generali fermate per presunti fuorigioco, Kakà trova l’assist giusto per Inzaghi che lascia uscire Reina per poi infilargli il pallone sotto la pancia.
E’ 2 a 0 a 10 minuti dalla fine e la festa comincia!
I cori vanno avanti fino all’88 quando da un calcio d’angolo Kuyt si fa trovare pronto su un rimpallo e butta in rete.
Una brutta sensazione torna a farsi spazio tra i pensieri dei rossoneri. C’è un brutto ricordo sulle capacità di rimonta del Liverpool. Ma questa volta no, questa volta manca poco, questa volta si da il tutto per tutto.
Il Milan aumenta il pressing, su tutti i palloni e non concede al Liverpool la possibilità di organizzarsi. I 90 minuti regolamentari passano, e interminabili, scorrono anche i 3 minuti di recupero.
Fandel fischia tre volte. E’ finita. Niente rimonta. Niente rigori. Solo tanta paura seguita da altrettanta gioia. Si è scritto un altro capitolo di storia calcistica.
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