Nuovo scontro tra l’Associazione Calciatori e la Lega di Serie A. Motivo del contendere è sempre la questione del contratto collettivo scaduto a giugno del 2010. “In occasione dell’inizio della stagione agonistica con la partita della Supercoppa giocata ieri tra Milan ed Inter, i calciatori di serie A, come anticipato nei giorni scorsi dal presidente Aic Tommasi, vogliono portare a conoscenza dell’opinione pubblica la sconcertante situazione attualmente in atto per il rinnovo del contratto collettivo”, è l’inizio della lettera firmata da esponenti delle 20 squadre di Serie A.

Gli accordi conclusi tra la delegazione dell’Assocalciatori e la delegazione della Lega serie A e certificati dalla Figc nel mese di dicembre 2010 sono stati disattesi dall’Assemblea delle società con una scelta sorprendente ed inaccettabile – proseguono i calciatori – In conseguenza di ciò, permane oggi un inammissibile periodo di deregolamentazione che lede le nostre tutele non di carattere economico e che potrebbe, ai sensi della legge 91/81, mettere in dubbio la validità dei nostri contratti. Per quanto possa sembrare assurdo, l’Italia è oggi l’unico paese calcisticamente evoluto nel quale non esistono precise norme contrattuali in vigore per tutti i tesserati”. “Riteniamo, quindi, che senza la firma dell’accordo collettivo – concludono i capitani di serie A – non sia possibile cominciare un nuovo campionato e, per questo motivo, siamo certi che la Lega serie A terrà fede agli impegni assunti sottoscrivendo il contratto già siglato dall’Assocalciatori in data 30 maggio 2011″ .

Senza la firma dell’accordo collettivo, non è possibile cominciare un nuovo campionato”, è in sostanza il messaggio dall’AIC. Tra i firmatari della lettera Totti, Del Piero, Gattuso e Zanetti. “Così non firmeremo mai” dice il presidente della Lega Beretta. “Non è uno sciopero – afferma Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori – Qui non si discute alcuna questione economica, ma solo il diritto di ciascuno giocatore ad allenarsi con la prima squadra: ma se è davvero quello il problema, bisogna chiederlo ai presidenti. Perché noi abbiamo firmato l’accordo, loro dopo averlo raggiunto a parole non lo hanno sottoscritto“.

Tommasi cerca di fare chiarezza sulle motivazioni della protesta: “Quando a luglio 2010 ci siamo seduti al tavolo, la Lega voleva discutere otto punti: uno, i cosiddetti trasferimenti forzosi a uno dalla fine del contratto, è stato stralciato. Sugli altri abbiamo trovato l’accordo, ma la Lega non ha firmato, forse vuole cambiare di nuovo il punto sugli allenamenti differenziati. E infatti, ancora oggi ci sono giocatori che lavorano a parte, ai margini della squadra. Difendiamo questo diritto, nulla di più”.

Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, è decisa: “A queste condizioni non firmeremo mai, e d’altra parte non si vede perché dobbiamo sottostare con Tommasi a una minaccia, che non abbiamo accettato con Campana. Lo sciopero minacciato dai calciatori è un atto grave e insensibile, a maggior ragione alla luce di quello che sta vivendo il Paese reale. Non dimentichiamo – spiega – che si tratta di 800 giocatori il cui stipendio medio è di oltre un milione di euro all’anno“.

Beretta chiude la porta alla bozza di contratto già siglata dal sindacato calciatori: “I margini per un accordo però ci sono, basta venirsi incontro“. “Il tono dell’Aic – la conclusione di Beretta – è spropositato rispetto ai contenuti, tra l’altro buttare il 90 per cento del lavoro fatto finora per non voler discutere del restante 10 sarebbe folle. Il buon senso può e deve prevalere. Buon senso non significa però adesione incondizionata alle posizioni altrui“.

(fonte Repubblica)

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ultimo aggiornamento: 08-08-2011


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