Circa una settimana fa l’allenatore dell’Aurora de Cochabamba, Julio Cesar Baldievieso, aveva fatto parlare di se per la decisione di far esordire nella Serie A boliviana suo figlio. A scatenare un pandemonio non è stato il semplice legame di parentela tra i due, ma il fatto che il ragazzo non avesse neanche compiuto 13 anni di età. Adesso il padre del calciatore ha pagato con l’esonero la scelta azzardata di far giocare suo figlio in un campionato professionistico.

Il ragazzo ha giocato appena 9 minuti in trasferta contro il La Paz, ma non sono mancanti i problemi nei confronti fisici con gli altri giocatori che hanno affrontato il ragazzo come se fosse un avversario coetaneo, non riservandogli alcun trattamento privilegiato. Dopo pochi minuti dall’ingresso in campo Henry Alaca, giocatore avversario, lo ha steso con una brutta entrata da dietro colpendolo sulla caviglia. Il ragazzo è scoppiato a piangere dopo il brutto fallo ed ha concluso la partita zoppicando.

Nonostante quanto successo in campo il padre difende la sua scelta di far esordire il figlio: “Non avevo alternative: dovevo scegliere tra mio figlio e il club. Ho scelto mio figlio e l’Aurora mi ha cacciato”. Viene da chiedersi cosa intenda l’allenatore dicendo che “non aveva alternative”, perché sarebbe semplicemente bastato non far giocare il figlio contro dei professionisti. Anche il ragazzo si è dimostrato dispiaciuto, ma non per il padre che ha perso il lavoro, ma bensì per il suo futuro da professionista dimostrando di avere la stessa fretta del padre di vivere la sua vita da calciatore.

“Sono triste, mi hanno rovinato il debutto. Ora devo continuare a lavorare, andrò avanti con lo studio e con il calcio. Ma per adesso non posso giocare per un’altra squadra, perché devo restare all’Aurora fino al 31 dicembre”

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ultimo aggiornamento: 26-07-2009


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