Edison Cavani è un ragazzotto di 20 anni, nato il giorno di San Valentino di 20 anni fa; viene dall’Uruguay, precisamente da Salto, e fin da piccolo amava tirare calci al pallone. Cresce nel Danubio, squadra col quale nel 2006 vince il torneo d’Apertura, e grazie a ciò si merita la convocazione nella nazionale uruguayana giovanile per partecipare al Campionato Sudamericano Under-20: il suo Uruguay arriva terzo ma l’attaccante dalla lunga chioma, soprannominato El Matador, sigla la bellezza di 7 reti e si merita l’osservazione dei maggiori club europei.
Due mesi fa era il tempo del mercato di riparazione e sui maggiori quotidiani sportivi europei il nome del giovanotto sudamericano è stato accostato a squadre blasonate: in Italia Juve e Milan, in Spagna Real Madrid, in Olanda Psv.
Il 29 gennaio però a gran sorpresa il presidente del Palermo Zamparini ufficializza l’acquisto di Cavani che atterra in Sicilia molto in sordina benché gli addetti ai lavori strabuzzano gli occhi; l’attaccante, che ha scelto il numero 7, aspetta il suo momento e contro la Fiorentina Guidolin finalmente gli concede l’esordio in Serie A: Cavani lo ripaga con un gol spettacolare, un bolide al volo su cui nulla ha potuto Frey. Fuoco di paglia di un estroso sudamericano? Non pare: contro la Samp l’uruguayano s’è ripetuto mostrando un’altra faccia del suo ricco repertorio; torsione di testa e palla nell’angolino col Ferraris costretto ad applaudire il ventenne terribile.
Dove arriverà Cavani è difficile stabilirlo ma è indiscutibile che i 2 gol in 2 gare (e che gol!) sono un biglietto da visita che ben promette per il futuro; ha dalla sua l’imprevedibilità dei 20 anni e una tecnica sopraffina. E poi c’ha il Barbera e Palermo tutta che potrà eleggerlo a mito d’altri tempi. Sarebbe bello, il calcio di oggi ha bisogno di bandiere di questo genere: forza Edison!
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