In Italia, è noto, a fine gara si parla prima delle decisioni arbitrali, poi del risultato, quindi si passa a scaramucce di poco conto (verbali, ovvio), infine si analizza la parte tattica. In appendice, come divertissment, si passa alla tecnica, sempre più scarseggiante nei match del campionato nostrano. Così, quest’anno come sempre, le giacchette nere sono state “vittima” si una serie di illazioni, critiche, frecce al veleno e diffamazioni in merito al loro operato domenicale, con i soliti sospetti via web e carta stampata. Uno sport, quello del bersagliamento ai fischietti italici, che è il primo in Italia. Quando però il limite si supera, ecco che i paladini della dialettica pallonara si presentano ai microfoni giornalistici in vena di fioretti, promettendo di “non voler parlare, da ora in avanti, di arbitri“, salvo poi disattendere la promessa con un pizzico di vergogna.
Il Milan e il Napoli sono le ultime due squadre, in ordine di tempo, che hanno avuto da ridire in merito ai fatti dell’ultima giornata di campionato. Portavoci delle lamente Adriano Galliani e Walter Mazzarri, entrambi agguerriti ma sia l’uno che l’altro, desiderosi di mettere le mani avanti. Come a dire: “Lungi da me criticare, d’altra parte io non giudico l’operato arbitrale, però…“. Partiamo con l’ad dei rossoneri, a cui mancano due calci di rigore contro il Catania: “Non parlo di arbitri, anche se ci possono essere stati degli episodi a noi sfavorevoli ieri, ho giurato che non avrei parlato delle direzioni arbitrali” citando poi l’amico Florentino Perez che “mi ha detto che in Spagna i presidenti si sono messi d’accordo per non parlare delle decisioni arbitrali.” Ma allora perché lamentarsi?
Mazzarri è più agguerrito ancora, ma anche lui non mantiene le promesse: “Sono furioso. Sì, ma non vuole essere un lamento: io parlo perché gli errori degli arbitri nei confronti del Napoli hanno inciso negativamente sulla classifica. Sono stati decisivi. Perché accade tutto ciò? Mah, forse perché siamo antipatici. O sfortunati. E sia chiaro: ora so che tutti gli altri diranno che mi lamento, ma ognuno badi agli affari della propria squadra” e poi snocciola da statistico della moviola episodi sfavorevoli contro l’Udinese, il Genoa, la Fiorentina e, ultimi, il Parma, con annessa espulsione di Quagliarella che s’è beccato 3 turni di squalifica per proteste. E alla domanda: “Mazzarri, ma non aveva giurato che non avrebbe più affrontato l’argomento arbitri?” il tecnico di San Vincenzo risponde: “Sì, per favorire il clima di collaborazione tra tutti, ma poi ho il dovere di tutelare la squadra. Soprattutto in vista delle ultime cinque partite: non voglio favoritismi, è chiaro, ma soltanto equità. Anche la mia espulsione è stata voluta“.
No, proprio non ce la fanno i nostri amati addetti ai lavori, tesserati o che dir si voglia: devono, per forza, parlare di arbitri. Anche a discapito di screditare le loro stesse intenzioni da “bravi bambini” della settimana prima.
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