Cosa può centrare con il calcio un agguato stile mafioso a colpi di pistola davanti ad un ipermecato di Sesto San Giovanni avvenuto lo scorso ottobre? Ce lo spiega oggi il quotidiano Repubblica nell’ edizione di Milano.
Due motociclisti con il casco che, in pieno giorno, di fronte a un grande magazzino affollato, sparano mirando alle gambe di un uomo. I proiettili forano i vetri della porta, senza ferire altre persone. Nessun testimone, nessuna traccia del centauro.
Sono passati quasi tre mesi e l´inchiesta assegnata al pubblico ministero di Monza, Salvatore Bellomo, e condotta dalla Digos milanese, sembra imboccare una pista del tutto inattesa per dare una spiegazione a quel gesto. Dietro l´agguato ad A.L., 32 anni residente a Cogliate, potrebbe esserci un regolamento di conti tra tifosi della stessa curva, quella del Milan. Ogni domenica allo stadio, trasferte comprese. Organizzazione dei viaggi, distribuzione di biglietti e gadget, sistemazione degli striscioni, ma anche un notevole ascendente su centinaia di appassionati che seguono le direttive. Potere, insomma.
Scavando sui rapporti e sulle frequentazioni della vittima dell´agguato (che se l´è cavata con tanta paura e una brutta cicatrice in una gamba) gli investigatori hanno scoperto un lato torbido e pericoloso che ruota intorno alla curva rossonera. Per la Digos milanese, pur di mettere le mani sugli affari che ruotano intorno al più scalmanato tifo milanista, qualcuno è anche disposto a gambizzare un rivale. Ad armarsi di pistola, pedinare la vittima prescelta e sparare in pieno giorno.
E’ solo di pochi mesi fa la notizia dell’ arresto di ultras laziali per minacce ed estorsioni nei confronti di Lotito e della sua famiglia, di una decina di giorni fa la testa di capretto insanguinata al direttore sportivo del Palermo, forse perchè aveva cambiato le maschere in servizio alla Favorita e negato alcuni favoritismi agli ultras. Non sarebbe il caso di partire anche da qui per ripulire il nostro calcio?

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