La sentenza di ieri con cui il Tas ha squalificato per un anno i calciatori Davide Possanzini e Daniele Mannini ha fatto scoppiare la polemica nel mondo del calcio. All’inizio era solo incredulità e stupore, poi con il passare delle ore è montata la rabbia. Rabbia di chi è stato colpito in prima persona, come Mannini che quando ha appreso la notizia a stento ha trattenuto le lacrime, o come Possanzini la cui reazione, dicono, è stata molto meno tranquilla. Ma la rabbia è anche di tutto il mondo del calcio, a partire dai calciatori fino ad arrivare ai massimi dirigenti del pallone tricolore.

Nelle prime ore era circolata la voce di uno sciopero dei calciatori che avrebbe sospeso i campionati di A e B per una giornata, poi lo stesso presidente dell’AIC, Sergio Campana, ha smentito parlando di un più realistico fischio di inizio ritardato, l’entità di tale ritardo sarà comunicata nelle prossime ore. Infuriato è anche Gino Corioni che definisce la sentenza “una vergogna” poiché i due ragazzi non hanno fatto niente, risultarono negativi all’antidoping, e promette battaglia su ogni fronte pur di far trionfare la giustizia. Ma Corioni si appella soprattutto al movimento sportivo italiano tutto, si aspetta di combattere fianco a fianco con le istituzioni più alte.

Giancarlo Abete, presidente della FIGC, ha fatto sapere che la federazioni contesterà per vie legali questa sentenza: “Noi abbiamo il dovere di rispettare le decisioni, ma abbiamo anche il diritto di esprimere la nostra opinione sul tipo di sistema sanzionatorio. Vedremo se c’è la possibilità di appellarsi alla Cassazione svizzera”. Si prevede insomma una vera e propria battaglia su tutti i fronti, nessuno vuole abbassare la testa di fronte a questa enorme ingiustizia.

I diretti interessati non hanno rilasciato dichiarazioni, per loro hanno parlato Serse Cosmi, allenatore del Brescia quando successero i fatti, e Nedo Sonetti, attuale allenatore delle rondinelle. Il primo ha dichiarato deciso: “Già mi sembrarono ingiusti i quindici giorni di stop che rimediarono allora, figuriamoci questa sentenza che credo sia inaccettabile”. Molto meno pacata invece l’opinione del toscanaccio Nedo: “Se dovessi dire quello che in questo momento ho nella testa e nel cuore direi delle cose piuttosto gravi nei confronti di tutti: è una vergogna”.

Intanto, sempre il presidente Corioni ha raccontato personalmente come andarono i fatti in quella fredda giornata di dicembre in cui il suo Brescia perse a Verona contro il Chievo. Racconta che il commissario dell’antidoping presente allo stadio fu informato del ritardo e fu anche invitato negli spogliatoi affinché potesse verificare di persona che i calciatori non facessero niente che avrebbe potuto compromettere i risultati delle successive analisi. Lo stesso commissario, vista la situazione, concesse alcuni minuti in più ai due calciatori. Di tutto questo nella sentenza non si tiene conto. La regola dice che vi è a disposizione mezz’ora, dal fischio finale, per recarsi a sostenere le analisi. Possanzini e Mannini si presentarono dopo 43 minuti, tredici minuti valgono un anno, un tempo così lungo da poter stroncare due carriere.

Aggiornamento: le partite di Serie A e B del prossimo turno inizieranno con 15 minuti di ritardo.

Riproduzione riservata © 2023 - CALCIOBLOG


L’Uefa comunica le sedi per le prossime finali di Champions League ed Europe League 2011/12

Ricomincia la Bundesliga, l’Hoffenheim senza Ibisevic per tutto il girone di ritorno