A ventiquattr’ore dal posticipo tra Milan e Cagliari torna in campo la Serie A per disputare la seconda giornata del girone di ritorno, il Tardini sarà il primo stadio che aprirà le sue porte per ospitare la sfida tra Parma e Juventus, tutto questo mentre l’Italia si appresta a vivere una delle settimane più fredde di sempre. Già domenica sera a Torino si era giocato sotto una fitta nevicata, fortunatamente il nuovo Juventus Stadium ha retto benissimo e la partita non ha subito nessuno sconvolgimento né sul campo, né sugli spalti. La stessa cosa molto probabilmente non potrà dirsi per le gare che si disputeranno in queste tre serate.

La prima a forte rischio rinvio è proprio Parma – Juventus, le ultime previsioni meteo ci dicono che stasera nella città emiliana nevicherà e le temperature scenderanno sotto lo zero. I nodi da sciogliere sono due: il primo riguarda la tenuta del manto erboso, il pallone rosso sembra scontato, ma basterà? La seconda questione riguarderà la sicurezza dell’impianto e delle zone circostanti per i tifosi: lo stadio di Parma ha entrambe le curve scoperte che rischiano quindi di gelarsi e di diventare molto pericolose per le migliaia di persone che sono attese per stasera. È in corso una riunione tecnica per valutare le contromisure da prendere in giornata, nel frattempo ha già cominciato a nevicare. Non rassicura, ma deve far riflettere, ricordare che due anni fa era il 31 gennaio quando, sempre per neve, fu rinviata Parma – Inter.

Un’altra partita che rischia di non vedere mai l’inizio è quella tra Siena e Catania, anche sulla città toscana è attesa una fitta nevicata tanto che il comune ha rilasciato un allerta meteo che parte da oggi pomeriggio alle 15 per arrivare fino a domani alle 18. Anche in questo caso, dando ottimisticamente per scontato che comune e società riescano a preservare il prato del Franchi, il rischio sarà quello di ritrovarsi con le gradinate inagibili dal momento che la temperatura, se dovessero essere rispettate le previsioni, non salirà mai sopra lo zero durante le prossime 48 ore.

Anche a Bologna inizierà a nevicare già da oggi e continuerà per molte ore, le temperature del capoluogo emiliano saranno abbondantemente sotto lo zero, in programma c’è la gara tra i rossoblu e la Fiorentina. Il Dall’Ara già lo scorso anno aveva mostrato la sua inadeguatezza in caso di condizioni meteo avverse, nonostante l’enorme lavoro di tecnici e operai si fu costretti ad assistere al rinvio di Bologna – Chievo, era novembre del 2010 e le due squadre nemmeno scesero in campo. Due mesi dopo, ironia della sorte era il 30 gennaio, Bologna e Roma provarono a giocare per 16 minuti, poi l’arbitro Banti decise saggiamente di mandare tutti a bere un tè caldo, troppo alto era il rischio infortunio per i 22 in campo.

Oltre a queste tre partite, che sono quelle che rischiano concretamente di slittare, non solo metaforicamente, la situazione va monitorata anche a Bergamo per Atalanta – Genoa, a Milano per Inter – Palermo e a Novara per Novara – Chievo. Su queste tre città ci saranno delle nevicate ma meno intense, il problema da affrontare è però quello del gelo. Lo stesso disagio che si vivrà a Udine dove è in programma Udinese – Lecce. Tirando le somme gli unici campi su cui si potrà godere di una “confortevole” temperatura sopra lo zero sono Cagliari, Roma e Napoli. Dopo questo turno ci potremmo ritrovare così di fronte a una classifica con molti asterischi, in un momento della stagione in cui ricominciano anche le coppe e il calendario va riempiendosi.

Da queste notizie di pura cronaca nascono due riflessioni critiche sul sistema calcio italiano. La prima riguarda la scarsa lungimiranza al momento della decisione dei calendari, non serve infatti nessun potente strumento meteorologico per intuire che nei mesi invernali le temperature nel nostro paese non sono tropicali, e i tanti precedenti lo dimostrano. L’esigenza di giocare ogni tre giorni è comprensibile, soprattutto nell’anno degli europei, meno comprensibile è la decisione di far giocare dieci partite di sera, non sfruttando le ore più calde del pomeriggio. Le televisioni preferiscono il prime time e, in fondo, anche le società sarebbero poco felici di giocare al martedì pomeriggio, vedendo così crollare i risultati dei botteghini. Dubitiamo che si assisterà ad una serie di tutto esaurito in ogni caso e, allo stesso, tempo si metterà a rischio l’incolumità di giocatori e tifosi.

L’altra riflessione riguarda l’ormai vecchio problema degli stadi italiani. Lo stadio della Juventus tre giorni fa ha dato una dimostrazione “sul campo” di come sia possibile non risentire delle condizioni meteorologiche quando un impianto è moderno e ben amministrato. Nonostante a Torino nevicasse da ore la partita si è svolta regolarmente, il terreno di gioco ha permesso alle due squadre di giocare la palla a terra e nessuno si è lamentato di alcun disagio, tifosi compresi che hanno potuto riempire gli oltre 40 mila posti come ogni domenica. Per quanti altri stadi è possibile fare un discorso del genere?

San Siro è bellissimo ma mostra tutti gli anni che ha, stesso discorso si può applicare al San Paolo e all’Olimpico con in più il difetto di avere l’inutile pista di atletica a separazione tra gli spalti e il campo, il Ferraris ha dato prova l’anno scorso della sua scarsa resistenza alle avversità del meteo: per neve fu rinviato il derby. Non parliamo di Firenze, Bologna, Cagliari, Udine e tutta quella serie di stadi minori (fino a un certo punto, dato che in molti di questi si sono giocati i mondiali del 1990) che non dispongono neanche di una copertura totale, caratteristica che rende impossibile godere di una partita di calcio nei mesi invernali. Da nord a sud è una distesa di impianti fatiscenti, poco funzionali e pronti a mostrare tutti i loro difetti alla prima difficoltà.

In Germania a gennaio non si gioca, noi fortunatamente non avremo neanche bisogno di arrivare a tanto, e gli stadi sono tutti molto superiori alla media italiana. In Inghilterra l’anno scorso saltarono sei partite in una sola giornata, non un rinvio fu dovuto alle condizioni dei terreni di gioco, tutti furono dettati da considerazioni nate per tutelare l’incolumità di quanti avrebbero dovuto usare le vie d’accesso, strade e autostrade, agli stadi. Anche in paesi cosiddetti poveri la situazione è migliore della nostra: ricordiamo la partita che la Juventus ha giocato lo scorso anno a Poznan contro il Lech, le condizioni non erano delle migliori, la temperatura era inferiore ai -10, ma nonostante una vera e propria bufera si riuscì in qualche modo ad arrivare al novantesimo.

Il problema non è che verranno rinviate le partite, lo hanno fatto anche in Ingihilterra, quanto piuttosto l’ineluttabilità di queste drastiche decisioni. Se il calcio è lo sport più seguito in Italia, allora questo sport deve per forza anche essere lo specchio del nostro paese, uno specchio che impietoso ci ricorda quanta strada abbiamo da percorrere per rimetterci al passo con la modernità, dal punto di vista infrastrutturale, sì, ma anche da un punto di vista politico e manageriale. C’è molto da lavorare.

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ultimo aggiornamento: 31-01-2012


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