E’ il turno del Milan.
Questa sera stadio Meazza, la Scala del calcio, la formazione italiana più titolata a livello internazionale, cercherà di raggiungere i connazionali giallorossi nell’elenco delle otto squadre che si affronteranno nei prossimi quarti di finale della Champions League.
L’impresa non è proibitva. Il Celtic, che maramaldeggia nel campionato scozzese, non rappresenta un ostacolo insormontabile.
E’ una squadra che da il meglio tra le mura amiche dove, tra le altre, è caduto anche il Manchester Utd.
Ma fuori è un’altra storia. I biancoverdi sono abituati a collezionare sconfitte.
Il risultato dell’andata, 0-0 è positivo per il Milan, ma lascia comunque qualche apprensione, perchè basta poco per prendere un goal che rovinerebbe tutto.
E visto il Dida di sabato scorso, qualche brivido percorre la schiena dei tifosi rossoneri.
Le indiscrezioni parlano di un Carlo Ancelotti intenzionato a schierare il tanto discusso “albero” o “abete”, con Superpippo Inzaghi unica punta, almeno all’inizio.
Di conseguenza, centrocampo energico dove, al solito trio Pirlo Gattuso Seedorf, dovrebbe aggiungersi Ambrosini.
Libertà per Kakà, co-capocannoniere, nel ruolo che meno gradisce.
In difesa, spazio a capitan Maldini, che affiancherà l’ottimo Bonera delle ultime uscite, con Oddo e Jankulovski sulle fasce.
Il Milan deve vincere, qualsiasi altro risultato significherebbe l’eliminazione. Clamorosa.
Per riuscirci deve bucare la porta difesa da Artur Boruc, ballerino polacco, capace di soffiare il posto in Nazionale ad un certo Jerzy Dudek.
Vi dice niente?
È l’idolo del Celtic Park, ha conquistato i tifosi con un segno della croce sfoggiato prima di un derby contro il Rangers.
I riferimenti religiosi sono vietati negli stadi scozzesi e infatti Boruc si è preso la multa, ma la sua era più scaramanzia che fede: «Metto sempre per primo il guanto destro, fa parte di un rito e tocco sempre lo stesso palo e mi benedico.
Non cambierò preparazione solo perché sono a Glasgow. Io capisco, cercherò di non farmi notare, farò mosse rapide, magari accenno, ma per me è impossibile cambiare».
Un bel personaggio, che è stato davvero un ballerino da ragazzo, ed un ottimo portiere, già protagonista nella partita d’andata.
Altro spauracchio, Vennegoor of Hesselink, lungagnone che potrebbe mettere in imbarazzo la difesa rossonera e Nakamura, con le sue punizioni e la sua… lingua.
Infatti non ha perso tempo il giapponese, ad accusare gli italiani di essere dei simulatori (e vedendo le ultime scene di Gilardino, non si può nemmeno dargli tutti i torti).
Speriamo che l’arbitro non sia condizionato. Nè in un senso nè nell’altro.
E speriamo che dopo Istanbul, i rossoneri abbiano finalmente imparato l’inglese.
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