Povero Don Claudio: una volta tanto che cerca di alzare la voce e con tutta la compostezza che lo contraddistingue abbozza una critica a Mourinho, ecco che il portoghese ne approfitta per vomitargli addosso la solita serie di provocazioni. Non è la prima volta che lo Special One attacca Ranieri, ma mai come questa volta la lunga nota che il tecnico dell’Inter affida al sito ufficiale della società vuole essere un tackle ben assestato sul condottiero della Roma che alla vigilia della penultima giornata di campionato aveva osato fare qualche appunto al modo in cui il collega preparava le partite, innescando vere e proprie bombe ad orologeria con molte chiacchiere e poca attenzione al calcio. Bene, Mou ha risposto. Benché attualmente sia allo Stadio Olimpico di Berlino a visionare dagli spalti la partita tra l’Hertha e il Bayern Monaco, questi ultimi avversari dei nerazzurri nella finalissima di Champions a Madrid, alle 15 e 34 è apparsa in rete la controffensiva del tecnico dell’Inter.

Parole di fuoco, soprattutto la chiosa finale: “Premesso che la Roma mercoledì sera avrebbe dovuto terminare la partita in sei, visto e considerato che Mexes, Totti, Perrotta, Taddei e Burdisso hanno fatto il necessario per meritare le sanzioni che non gli avrebbero permesso di restare più tempo in campo, oggi si è parlato di come si motivano i giocatori. Lo si fa tutti i giorni con il lavoro del gruppo, allenamento dopo allenamento. Non lo si fa certo facendo vedere un film alla squadra prima di una finale di coppa. I giocatori sono professionisti seri, non vanno trattati come bambini. Noi abbiamo preferito lavorare sul campo e abbiamo studiato a fondo la Roma e i suoi punti deboli. Se prima di una partita metto la squadra a guardare “Il Gladiatore”, i miei giocatori si mettono a ridere o chiamano il dottore chiedendogli se sono malato. Non credo di essere un fenomeno, però ho lavorato tanto per aiutare la mia squadra. Non ho mai pianto, ho sempre lavorato duramente per ottenere i risultati con i miei giocatori“.

Poi continua: “Prima della finale di Tim Cup ho visto sei partite della Roma per trovare i loro punti deboli, lavorandoci diciotto ore, perchè ogni partita sulla quale lavoro al computer mi impegna per tre ore circa. Dopo ho passato tante altre ore selezionando le parti che mi servivano e lavorandoci sopra con i vari programmi utili al mio lavoro. Certo che è più facile scegliere un film da proiettare prima della gara, ma Ranieri ha dimenticato che i suoi giocatori sono dei campioni e non dei bambini. Non ho mai detto di essere un fenomeno, pero’ non è certo colpa mia se, nel 2004, dopo essere arrivato al Chelsea e aver chiesto perché stavano cambiando Ranieri, mi hanno risposto che volevano vincere e con lui non sarebbe mai capitato. Di questo, io, non ho proprio colpe” il colpo di sciabola finale di Mourinho che, ancora una volta, ha dimostrato quanto poco simpatico gli stia il testaccino Ranieri. E la guerra tra le due squadre continua…

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