Thiago Motta al Parist Saint Germain ha avuto assicurato il posto da titolare e un’accoglienza da campione; non che all’Inter non fosse considerato un top-player, ma tante volte l’italo-brasiliano aveva asserito di non avere più le giuste motivazioni per continuare la sua avventura in nerazzurro: lo aveva detto, oltre che a se stesso, anche a Claudio Ranieri e a Massimo Moratti, a quest’ultimo in forma quasi implorante affinché lo lasciasse andare nella capitale francese. Dunque, all’Inter non ci stava più bene e oggi tramite la Gazzetta dello Sport lo ha ribadito:

“Come ho già spiegato al presidente Massimo Moratti, il mio ciclo all’Inter era finito. Per me era arrivato il momento di cambiare aria perché ho bisogno di avere sempre nuovi stimoli per progredire e li ritrovo qui, con una squadra che è in crescita, anche se vincere la Ligue 1 non sarà scontato. Credo che quando un giocatore sente il bisogno di cambiare per ritrovare la motivazione non deve pensarci su troppo, soprattutto se ti rendi conto di aver esaurito un’esperienza anche se è stata molto ricca. Penso di aver fatto una scelta buona per me e per loro”.

A monte però c’è dell’altro. Perché parlando della sfida che i suoi ex compagni andranno a giocare a Marsiglia contro l’Olympique (andata degli ottavi di finale di Champions League), spiega che nella sua decisione ha influito anche l’addio di Samuel Eto’o in estate:

Penso che l’Inter sia abituata a giocare in un modo e che quest’anno questo tipo di gioco non sorprenda più nessuno. L’Inter è molto forte in contropiede e quando si chiude in difesa lo fa in modo compatto, per poi fare danni sulle ripartenze. Solo che adesso le squadre che affrontano l’Inter hanno tendenza loro ad aspettare e a colpire in contropiede, mettendo così in difficoltà la squadra. Secondo me la cessione di Samuel Eto’o ha tolto davvero molto alla squadra, perché lui era uno che poteva fare la differenza sempre. Certo, adesso hanno ritrovato il miglior Diego Milito che quando è in forma è un vero pericolo e sa fare bene il suo mestiere, soprattutto se la squadra difende bene e si appoggia su di lui per ripartire. Milito è un’arma pericolosa, ma con Eto’o l’Inter ne aveva una in più. La sua cessione ha in parte inciso sulla mia scelta”.

Un unico appunto al buon Thiago Motta lo faccio però io: ma se non avevi più queste benedette motivazioni e a gennaio scalciavi per andartene a Parigi da Ancelotti e Leonardo, perché hai giocato i quarti di finale di Coppa Italia facendola praticamente perdere a quella che sarebbe diventata un paio di giorni dopo la tua ex squadra (sua la frittata al 50°, con palla persa e rigore su Cavani, che spianò la strada ai partenopei)?

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