Quante volte era sul piede di partenza e poi è rimasto in sella? Innumerevoli, David Trezeguet ha legato il suo nome alla Juve eppure ogni anno si è sempre sentito “scaricato”, salvo poi mantenere la residenza torinese a suon di gol. Ormai non è più un giovanotto e il suo contratto rimane molto molto oneroso, però è pur vero che il bomber transalpino, anche appannato, a fine anno va in doppia cifra: 171 i gol con il bianconero indosso, una media di 17 gol a stagione. Quest’anno stesso teatrino: la Juve cambia pelle a partire dalle fondamenta, Trezeguet è messo sul mercato: Valencia, Marsiglia, Napoli.

Poi però si inizia a sgobbare a Pinzolo, lui da gran professionista lavora in silenzio (e anche un po’ col muso) e rifiuta la fascia da capitano: il suo mestiere è buttarla dentro, in 90 minuti nelle prime due uscite stagionali della Vecchia Signora cinque marcature. Ieri tre schiaffi al portiere dell’Al Nassr, squadra saudita allenata da Walter Zenga a cui mancava evidentemente il calcio esotico; entrato nella ripresa insieme a Diego, ha duettato più che bene col brasiliano, calando il tris col suo campionario da cecchino: di testa, sul filo del fuorigioco, in tap-in.

E allora Luigi Delneri avrà preso appunti e all’unisono sono partiti i primi complimenti, timidi ma sentiti, verso il compagno Trezeguet. Lanzafame: “Da compagno spero che rimanga con noi: David ogni volta che tocca la palla fa gol“. Amauri: “Davanti siamo a posto così e sono sicuro che David resterà, lo spero. E io resto“. Anche Delneri si sbilancia: “Non ho mai pensato che David non potesse far parte della Juve“. Lui prende e porta a casa, le parole le lascia dire al suo procuratore Antonio Caliendo: “David non ha mai temuto nessuno: già altre volte sono arrivati altri attaccanti, ma lui è sempre stato il capocannoniere della squadra. E visto lo schema di gioco adottato da Del Neri, che è un bravo e onesto allenatore, mi aspettavo una cosa del genere“.

Per la cronaca l’amichevole di ieri, non probantissima ma comunque significativa, è finita con un pokerissimo: Amauri sul finire di primo tempo dopo che i bianconeri avevano addirittura rischiato lo svantaggio (ottimo Storari), quindi nei secondi 45 minuti il succitato tris di Trezegol, più la ciliegina sulla torta di Pasquato, con Diego che si è anche fatto parare un rigore. Intanto è arrivato Leonardo Bonucci con quattro giorni di anticipo: “Avevo voglia di giocare” ha chiosato il viterbese, ansioso di mettersi alla prova coi compagni. Giuseppe Marotta da par suo lavora per puntellare la rosa, sia in entrata che in uscita, ma ad oggi il lavoro svolto sembra più che rassicurante. I tifosi juventini sperano.

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