Pranzi a Vinovo, lunghe chiacchierate tra ogni singolo giocatore e Zaccheroni, infiniti allenamenti: la Juve cerca di cambiare volto, indispensabile per invertire la rotta degli ultimi due mesi neri e ricominciare ad essere la Vecchia Signora nelle prossime 15 partite. Servono almeno dieci successi per assicurarsi la Champions, obiettivo di campale importanza vuoi per il prestigio vuoi, soprattutto, per rimpinguare le casse. Il progetto estivo di Blanc e soci è fallito, Lippi e le sue dritte non hanno funzionato, in Corso Galileo Ferraris si lavora già per il prossimo mercato: altri liquidi, e tanti, per fare di nuovo grande la Juve, col rammarico di aver buttato alle ortiche un anno.

Pochi i sicuri della riconferma, in vendita più della metà della rosa. I giornali si scatenano, snocciolano nomi e ipotesi, capire quali siano le reali intenzioni della Juve non sarà facilissimo in questo ginepraio di indiscrezioni. John Elkann a Monaco di Baviera per il compleanno di un vecchio editore tedesco? Subito si scrive dell’interessamento per Ribery (la tradizione francese a Torino…) o per, più realisticamente, Schweinsteiger (l’usato sicuro tedesco…). Ma è l’asse Torino-Firenze quella che sta facendo fluire fiumi di inchiostro: Prandelli ora sembra in pole per la panchina bianconera, con lui arriverebbe in Piemonte il buon Vargas, uno dei laterali sinistri più forti del mondo.

Per l’attacco il nome ormai sventolato ai quattro venti è quello di Pazzini, la difesa dovrebbe acquisire Mexes o Bonucci. Nella zona nevralgica del campo, invece, le ipotesi più fondate sono quelle che portano a Aquilani o Ledesma. A prender per vere tutte queste notizie ci sarebbe da uscir matti, come andrà a finire nessuno lo sa realmente. La sola cosa vera è che, ad oggi, la rosa della Juve è comunque di primissima qualità, sebbene con un’età media altissima (la più vecchia squadra del campionato): prima di pensare a Pazzini, c’è da risolvere la crisi di Amauri. E questo Zaccheroni lo sa: con i se e con i ma non si va da nessuna parte, fra due giorni arriva il Genoa all’Olimpico. L’occasione per tornare a vincere, non per parlare di Palladino.

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