La Uefa era stata abbastanza con la federazione della Bosnia-Erzegovina (NFSBiH), lo statuto federale andava cambiato entro la fine di marzo, pena l’esclusione tanto dall’organismo continentale quanto dalla Fifa di Blatter. Il punto della discordia riguardava il numero dei presidenti della stessa NFSBiH, attualmente il regolamento ne prevede tre, un bosniaco, un croato e un serbo, in rappresentanza di tutte le etnie del paese dell’ex Jugoslavia. Per la Uefa sono decisamente troppi, da qui l’imposizione di varare un nuovo statuto che prevedesse la presenza di un solo uomo al vertice.
Si è tenuta ieri a Sarajevo la riunione straordinaria per discutere le modifiche suggerite, per non dire imposte da Michel Platini, ma dopo una regolare votazione non si è riusciti ad arrivare all’attesa fumata bianca. All’incontro erano presenti 54 delegati, 28 dei quali hanno votato contro le modifiche, soltanto 22 si sono detti favorevoli, a cui si aggiungono tre schede bianche e un astenuto. Saranno questi i numeri che probabilmente condanneranno il calcio bosniaco all’espulsione da Uefa e Fifa: la sanzione, se saranno rispettati i termini definiti fino ad ora, dovrà partire dal prossimo primo aprile.
Mircea Sandu, presidente della federazione romena, aveva incontrato i rappresentanti bosniaci alla vigilia della sfida tra le due nazionali, tentando la mediazione e invitandoli ad accettare le modifiche proposte dalla Uefa, così come in passato era toccato alla Romania. L’appello è evidentemente caduto nel vuoto. Per la cronaca, quello che può essere l’ultimo impegno internazionale della Bosnia per lungo tempo, la sfida con la Romania, si è concluso con una vittoria per 2-1. La nazionale allenata da Safet Susic occupa al momento la quarta posizione nel Gruppo D, quello della Francia, ad un solo punto di distanza, e con una partita disputata in meno, dalla coppia composta da Bielorussia e Albania che al momento divide la seconda posizione.
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