Domenica alle 15.00 il Pescara ospiterà la Lazio, una partita attesissima dalle frange più estreme del tifo abruzzese. La foto in alto raffigura un manifesto inequivocabile affisso nelle vie di Pescara. “Un evento atteso da vent’anni dal popolo pescarese, finalmente ci siamo, i nostri ragazzi devono capire quanto sia importante per Noi, devono arrivare carichi, per questo Sabato mattina alle ore 9:30 presso l’antistadio “A.Flacco” invitiamo tutti i tifosi biancazzurri a seguirci al campo di allenamento per sostenerli come se la partita fosse già iniziata…uniti si Vince!!! Non è un invito alla città, essere presenti è un dovere della città. Aspettando domenica….”, recita un emblematico comunicato del gruppo ultras “Pescara Rangers 1976”.
Perché questa rivalità tra due tifoserie che non si incontrano da decenni? La tesi più accreditata dell’origine di questa inimicizia risale al 30 ottobre 1977 e riguarda un furto di bandiere e tamburi dei laziali ai tifosi pescaresi. Da quel giorno i rapporti tra le due fazioni si arrugginirono, anche se i laziali rimarcano a più riprese il comprensibile concetto dell’ “indifferenza“.
Le strade dei due club si dividono negli anni successivi con i romani che entrano nella fulgida epoca Cragnotti mentre per i pescaresi la Serie A resterà un miraggio fino a questa stagione. Ma quando i contrasti sono già aspri tutto fa brodo per acuirli. Nell’aprile del 1992 il pescarese Maurizio Mazzocchetti, 24 anni, fu ucciso all’esterno del Cocoricò, una discoteca di Riccione, da quattro coetanei romani forse per gelosia o per una battuta di troppo ad una ragazza. Si sparse la voce (non confermata) che gli aggressori tifassero Lazio. Apriti cielo.
I racconti splatter di ambedue le opposte fazioni e i proclami di battaglia del presente hanno fatto il resto e indotto le autorità pescaresi a considerare la partita ad alto rischio.
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