Nella giornata di oggi, all’apice dell’Assemblea di Lega, l’AD del Milan Adriano Galliani, in gradita compagnia dei rappresentanti di Inter, Juventus, Napoli e Roma, si è alzato e se ne è andato sbattendo la porta.
La causa scatenante? La mancata elezione di Cobolli Gigli nel Consiglio di Lega.
Decisione che lascia le cinque grandi senza rappresentanza.
Curioso come le cinque “sorelle”, sempre pronte a pugnalarsi alle spalle e a gettarsi fango a vicenda, si trovino magicamente d’accordo quando si comincia a parlare del vile denaro.
Intendiamoci, l’elezione di Ghirardi (Parma) invece che del Presidente bianconero o di De Laurentis è assolutamente lecita e regolare. Solo che ora, le “grandi” sono la minoranza.
Indicative in questo senso le parole di Galliani: “Adesso siamo la minoranza e dovremo valutare il da farsi: ora il 16 per cento dei tifosi sono rappresentati da 15 società e l’84 per cento dalle restanti cinque…”
Non stupiamici se presto torneremo a sentir parlare di Superlega Europea. Quello che è accaduto oggi è una protesta, un atto formale tanto plateale quanto grave.
Si va verso una scissione, la creazione di una sorta di “NBA” calcistica.
Intanto, riferisce Controcampo, è bufera anche in serie B: se non si raggiungerà un accordo sui diritti tv, i presidenti hanno deciso a maggioranza di fermare il campionato (mozione che ha avuto la meglio su quella che prevedeva lo slittamento dei turni della B alla domenica, in sovrapposizione con la Serie A).
Evviva! La stagione è proprio ricominciata.
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