Ci ha pensato il The Sun, tabloid inglese che non disdegna mai un pizzico di ironia, a soprannominarlo così: aggiungete una “a” al suo cognome e voilà, nel mondo del calcio è atterrato il Messia. Lionel Messi ieri ha fornito una delle prestazioni individuali più eclatanti di tutta la storia di questo sport, siglando ben 4 gol in un quarto di finale di Champions League, gol tutti diversi, tutti belli a loro modo, un exploit difficile non perché non ci avesse già abituato in passato a cose di questo genere, ma perché la Pulce riesce a confermarsi ogni partita, sempre di più. Di solito i giocatori forti, quando usciti allo scoperto, vengono imbrigliati da rudi difese avversarie, asfissiati, rendendo loro la vita più difficile che a chiunque altro atleta in campo.
Ma l’argentino, benché gli allenatori avversari studiano ogni volta come fermarlo, pare giocare da solo, avendo comunque intorno un apparato di primissima qualità. Aggredisce gli spazi, è brevilineo, veloce e con un cambio di passo impressionante, un mancino naturale che di destro se la cava, basso come una pulce ma capace di segnare di testa in una finale di Champions, aggira le linee, è freddo sotto porta, dribbla con facilità, ripiega quando serve e non disdegna assistenze ai compagni. “Perfect 10: Prima c’era Pelè, poi è arrivato Maradona… Ora salutiamo il nuovo re” ha titolato oggi il Mail Online, ma la stampa iberica e inglese si è scatenata tessendo lodi e panegirici all’attuale Pallone d’Oro.
La gallery del trionfo di Messi e compagni
Il Genio, il Celestiale numero 10, SuperMessi, il Re del calcio, Messi da paura, i giornalisti si sono sbizzarriti per trovare le parole celebrative adatte a lodare il giocatore attualmente più forte del mondo. Marca titola con un enigmatico: “Come lo fermiamo questo qui?“, mentre Sport va ancora oltre: “Non dite calcio, dite Messi“. Ventidue anni e già 119 gol col blaugrana appiccicato addosso, il “Dio di Rosario” ha fatto inchinare l’Europa ai suoi piedi e riempito di gioia gli appassionati di calcio, trasversalmente, non solo di fede Barça. E allora i paragoni con colui che per venti anni ha detenuto il trono di giocatore più forte del mondo, parliamo di Maradona e non ce ne voglia Ronaldo, si sprecano, con vista allettante sui mondiali sudafricani.
Riuscirà il “Messia” ad alzare la Coppa del Mondo 24 anni dopo le celebri notti messicane in cui Maradona, ora ct proprio della Seleccion, prese per mano l’albiceleste e la portò sul tetto del mondo? Se così dovesse accadere sarà tripudio generale, si dovrà aggiungere un posto nell’olimpo di questo splendido sport e far accomodare Lionel Messi tra i grandissimi e ineguagliabili. Ma non sarà facile: ieri contro l’Arsenal, il Barcellona schierava un attacco “canterano” e giovanissimo, con un centrocampo altrettanto “locale“: da Pedrito a Busquets, da Xavi ad Iniesta, questa squadra e questo Messi fanno paura per l’organizzazione decennale. Compresi Guardiola e Valdes. Sarà in grado Maradona di mettere Messi in condizione di rendere in egual modo in Sudafrica? Ci penserà il Pibe de Oro, così come dovrà pensarci Mourinho a fermare questa pulce terribile. Ma come diavolo si fa?
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