La Corea del Nord è uno dei paesi più isolazionisti del mondo, chiuso in sé stesso e scevro di ogni influenza occidentale o simil tale. E’ un isolamento che riguarda tutti i settori della vita portante di un paese, dall’import/export, ai media, fino ad arrivare al turismo. La qualificazione ai mondiali sudafricani della nazionale asiatica non ha cambiato le rigide direttive imposte dal governo nordcoreano ai suoi cittadini: pochi, pochissimi tifosi hanno potuto seguire la squadra in Sudafrica (è praticamente impossibile ottenere il permesso dal regime di Pyongyang); stesso discorso per i giornalisti (presente un unico cronista) e addirittura per le delegazioni politiche. Non a caso, per la partita d’esordio contro il Brasile, i tifosi con le bandiere sono stati…affittati.
La stampa cinese ha infatti rivelato che le poche centinaia di tifosi che sventolavano bandiere nordcoreane durante il match erano cinesi pagati per poter portare un po’ di sostegno a una squadra che, altrimenti, di sostegno non ne avrebbe affatto. Il pianto a dirotto di Jong Tae-Se durante l’inno nazionale ha rotto in parte l’aureola di severità che avvolge la Corea del Nord e ha messo a nudo i sentimenti e la storia di un uomo, cittadino di un mondo che appare lontanissimo. A intrufolarsi quel po’ che basta nel muro di gomma nordocoreano c’è riuscita la Legea, azienda di abbigliamento sportivo del napoletano che piano piano si sta facendo strada nello sport mondiale.








Quel lasciapassare si chiama business ed ha ha permesso alla Legea di diventare lo sponsor tecnico ufficiale della nazionale di calcio della Corea del Nord ai mondiali. A qualcuno non sarà sfuggito il marchio della ditta italiana sulle magliette rosse dei giocatori asiatici; tuttavia la piccola grande Legea, oltre a sponsorizzare molti club italiani e stranieri (non certo “di grido”, ma comunque professionistici), è il marchio ufficiale di altre nazionali come Albania, Bosnia-Erzegovina, Iran, Montenegro, Zimbabwe. E anche di una nazionale sui generis come quella padana. Lorenzo Grimaldi, Responsabile Marketing Estero Legea, ha raccontato a Goal.com alcuni retroscena della trattativa tra Legea e Federazione Nordcoreana:
“Innanzitutto ci tengo a precisare che non c’è niente di politico nella scelta di sponsorizzare la Nord Corea. La conferma arriva dal fatto che siamo sponsor di tante altre Nazionali come la Bosnia, che non si è qualificata per un soffio ai Mondiali, l’Iran, fuori dalla fase finali per un sol punto, l’Albania, lo Zwimbawe e pure il Montenegro. Sono realtà in forte espansione in cui noi crediamo fortemente, non si tratta di solo business. Diciamo che noi volevamo, come marchio, essere presenti al Mondiale e abbiamo puntato sulla Nord Corea e, visto come stanno andando le cose, siamo molto contenti…”.
Ma come è nata l’idea di affiliarsi proprio alla Nazionale asiatica? “Le grandi Nazionali hanno aziende importantissime alle spalle, a noi è sembrato che la Nord Corea potesse fare al caso nostro. Quando abbiamo chiuso l’accordo, sapevamo che era inserita nel medesimo gruppo di Brasile e Portogallo e che quindi avremmo avuto una certa visibilità. Ho incontrato personalmente, in Italia, i massimi rappresentanti della Nord Corea e pure il tecnico Kim Jong Hun. Insieme abbiamo deciso la linea della collezione. E’ stato molto interessante”.
Le immagini di Jong Tae-Se, in lacrime durante l’inno della Corea del Nord











Le Foto di Brasile – Corea del Nord 2-1











































































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