Se nell’ultimo turno infrasettimanale abbiamo assistito ad un episodio di Fair Play nella partita tra Parma e Fiorentina, nella partita Inter Roma c’è stato invece un episodio che ha fatto discutere.
Stiamo parlando della simulazione di Adriano, che nemmeno sfiorato dal portiere Doni, si lascia cadere nell’area romanista procurando così un rigore inesistente.
Sarà poi Materazzi a realizzare il rigore, anche se ai fini del risultato non si è rivelato determinante per via dei due gol realizzati dalla Roma negli ultimi minuti.
Ma al di là del risultato e del condizionamento della partita, quello che ha fatto storcere il naso del comportamento di Adriano, più che la simulazione in se, è stato il non ammettere lo “sbaglio” ma anzi accennare una protesta subito dopo la caduta.
Per carità, non è il caso di crocifiggere il bomber neroazzurro per un episodio che purtroppo si è visto altre volte nel mondo del calcio.
Tuttavia il giudice sportivo, dopo l’analisi della prova tv, ha voluto punire il comportamento del brasiliano con due turni di squalifica.
La società nerazzurra, che evidentemente non vede niente di sbagliato in questo gesto, ha presentato subito ricorso.
In effetti perchè ammettere di aver simulato quando si rischia di compromettere il risultato della squadra? E perchè punire un comportamento in un modo che potrebbe danneggiare le prestazioni della squadra?
Del resto si sa, il Fair Play “costa” troppo.
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