In goal dopo pochi minuti, praticamente alla prima occasione, per giunta su punizione, roba che non si vedeva a S. Siro (con il Milan in casa) da tempo immemore.
Un avversario tenace la Reggina, mai doma e coraggiosa, che sul campo sta dimostrando tutta la sua voglia di giustizia per le penalizzazioni inflitte.
Rossoneri un po’ in affanno, dopo i carichi di lavoro della sosta natalizia e spesso a rischio capitolazione.
Ed è anche da questi particolari che si può capire che c’è stata un’inversione di tendenza.
Fino a qualche settimana fa, quella palla matta, di cui Kalac non sa che farsene, non sarebbe finita sul palo, ma dritta dritta in fondo al sacco.
Anzi, forse sul palo ci sarebbe finita la parabola di Pirlo, che ha portato in vantaggio i rossoneri.
E invece, goal sbagliato, goal subito.
Seedorf imposta, apre per Jankulovski che chiude il triangolo. Il pallone di ritorno dentro l’area è un invito a nozze per il centrocampista olandese, oggi alle spalle delle due punte Inzaghi-Gilardino per l’assenza di Kakà, che da lì non può sbagliare.
Raddoppio.
Stesso copione nella ripresa. Nonostante il Milan abbia molti spazi in contropiede, non riesce a sfondare, perchè Superpippo e il Gila proprio non si sopportano.
Sono gli amaranto ad andare vicinissimi al goal, soprattutto quando Bianchi, da due passi, a portiere (si fa per dire) battuto, manda a lato.
Altro segno che qualcosa è cambiato.
La rete ospite in realtà arriva, con il decimo centro dello stesso Bianchi, ma la cosa non preoccupa più di tanto la squadra di Ancelotti, che chiude il conto grazie al redivivo Gilardino che, scrollatosi di dosso la presenza ingombrante di Pippo, sostituito, va a segno per l’ennesima volta nelle ultime giornate.
Quarta vittoria consecutiva, tra campionato e Coppa Italia, attacco finalmente prolifico, gioco non entusiasmante ma pratico ed efficace, e un pizzico di fortuna.
Il Milan è tornato. La zona Champions è lì.
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