Il campionato Primavera è in questi giorni nella parte più calda del suo svolgimento. La fase conclusiva, denominata Final Eight, è giunta a determinare le semifinaliste: la prima delle due sfide sarà tra Empoli e Brescia, i toscani hanno eliminato il Palermo campione in carica, mentre le rondinelle hanno avuto la meglio sulla Lazio. All’altro lato del tabellone si incroceranno invece Sampdoria e Genoa, che hanno eliminato Milan e Chievo, per dar vita ad un affascinante derby. Le due genovesi hanno entrambe superato il turno in rimonta riuscendo a passare dal 2-0 al 2-3, ma nell’impresa dei blucerchiati c’è un ingrediente che la rende speciale: la favola con lieto fine del giovane fantasista serbo Nenad Krsticic, autore del gol vittoria nel secondo tempo supplementare.
Questo ragazzo diciannovenne fu acquistato quasi due anni fa dall’OFK Belgrado, di lui si accorse Fabio Paratici che lo portò in Liguria. Nei suoi primi mesi alla Sampdoria fu anche convocato in qualche occasione da Walter Mazzarri che lo portò con sé in panchina a San Siro contro il Milan. Tutto andava a gonfie vele, il ragazzo era paragonato addirittura a Zvonimir Boban, fino a quando subisce un infortunio al menisco per il quale viene operato. Dopo l’intervento inizia ad accusare dolori all’addome che insospettiscono lo staff sanitario della Sampdoria, che ha deciso così di sottoporlo a più approfondite analisi del sangue.
La diagnosi, giunta durante le vacanze di Natale, è agghiacciante: il giovane Nenad Krsticic è stato colpito da un linfoma molto aggressivo. Il medico blucerchiato Amedeo Baldari telefona al giocatore che si trovava in Serbia per le vacanze e gli ordina di tornare subito a Genova, ad attenderlo un ricovero nel reparto ematologia dell’ospedale San Martino e una lunga e pesante cura. Il ragazzo non perde mai la volontà di combattere, spinto dal suo desiderio più grande, quello di tornare ad essere un calciatore e nei mesi successivi reagisce bene alle terapie. Dopo sei mesi le sue condizioni migliorano e a luglio torna ad allenarsi seppur blandamente.
Bisogna aspettare l’inizio del 2010 per sancire la sua definitiva guarigione, viene sottoposto ad un test cardiovascolare che non evidenzia nessuna controindicazione al ritorno all’attività agonistica e finalmente il 14 aprile torna in panchina con la primavera della Sampdoria impegnata contro il Sassuolo. Ovviamente le sue condizioni non erano al top, così si è dovuto accontentare di scampoli di partita, come in fondo è successo anche ieri contro il Milan, l’allenatore Alfredo Aglietti decide di mandarlo in campo al 18′ della ripresa con la Samp ancora in svantaggio per 2-1. Il pareggio arriva allo scadere e proietta i blucerchiati ai supplementari, così arriviamo al terzo minuto della seconda frazione extra quando Krsticic si infila in area di rigore dopo un bello scambio con il suo connazionale Scepovic e, presentandosi davanti al portiere, sigla la rete del definitivo 3-2.
Dai polmoni, liberatorio, esplode un urlo di gioia, poi il ragazzo serbo inizia a piangere, ripensando a tutto quello che gli è successo nell’ultimo anno e mezzo. A fine partita ha raccontato le sue emozioni.
“Quando ho visto la palla in rete non sono riuscito a trattenere le lacrime. In un attimo, mi è passato davanti agli occhi il film dell’ultimo anno e mezzo. Già tornare ad allenarmi e a giocare spezzoni di partita erano state emozioni forti, ma questo gol è stato in un certo senso come rinascere una seconda volta”.
C’è stato poi tempo per le doverose dediche, sono molte le persone a cui si pensa dopo aver vinto una battaglia così difficile e così importante:
“Voglio ringraziare innanzitutto la società Sampdoria in tutte le sue componenti: dal presidente Riccardo Garrone ai dirigenti, senza dimenticare i tecnici e i compagni che non mi hanno mai fatto sentire solo. Poi penso alla mia fidanzata Andrea, all’equipe medica del professor Carella dell’Ospedale San Martino di Genova e ai dottori Baldari, Bruzzone e ai loro staff medici: senza di loro non sarei qua a raccontare la gioia indescrivibile per questo gol che ci permette di giocarci le nostre chance in semifinale”.
E sembra davvero ormai tutto alle spalle, Nenad Krsticic pensa ormai al futuro, al prossimo avversario in questa Final Eight, alle prossime sfide da affrontare e vincere, questa volta però sul campo e non in un letto d’ospedale. Come tutte le favole più belle anche questa è giunta al suo lieto fine, ma nuove pagine devono ancora esser scritte nella carriera di questo giovane calciatore: ha ancora 19 anni e un futuro radioso davanti ai sé e una forza per andare avanti, acquisita “grazie” alle difficoltà che ha dovuto affrontare, che i suoi coetanei non possono neanche immaginare.
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