Il pubblico del Bentegodi ieri ha salutato il fischio finale della partita tra Chievo e Catania con una marea di fischi, l’incontro è stato a dir poco soporifero con le due squadre attente soprattutto a non farsi male. Le uniche emozioni sono concentrate in dieci minuti della ripresa, nell’arco di tempo che va dal gol di Sergio Pellissier al pareggio, grazie ad un generoso rigore concesso da Giannoccaro, di Maxi Lopez. Prima e dopo il nulla, a conferma di quella che era la sensazione circolata in settimana e cioè che le squadre non avrebbero disdegnato l’equa divisione della posta in palio.
Gli allibratori inglesi giovedì avevano sospeso le giocate per questa partita, insospettiti dall’enorme volume di danaro generato da un evento che aveva per protagoniste due compagini non proprio conosciutissime in terra d’Albione. La stessa cosa è accaduta anche in Italia dove non è stato più possibile scommettere su questa partita addirittura a partire da mercoledì. I Monopoli di Stato hanno segnalato l’anomalia alla Federcalcio e alla Lega Calcio, Abete ha confermato tutto e ha fatto sapere che si stanno raccogliendo informazioni in merito, precisando però che nessuna inchiesta al momento è stata aperta.
Le dichiarazioni delle varie agenzie di scommesse sono tutte molto simili: un enorme numero di giocate, tutte uguali fra loro, in questo caso il pareggio e talvolta l’1-1 come risultato esatto, ha suggerito che sarebbe stato più saggia la chiusura dell’evento. Molto interessante in tal senso sono le parole rese da Alberto Nassi, un quotista della Snai, oggi all’Ansa:
“Senza voler dare giudizi, è come una specie di giallo in cui cerchiamo di trovare il colpevole. E ci sono una serie di indizi convergenti. Le scommesse si sono aperte come sempre il lunedì e fino a mercoledì non abbiamo notato nulla di strano. Quel giorno, però, si verifica un flusso anomalo sul pareggio: su 594 giocate, 531 erano sulla ‘X’. Circa il 90%, quindi, mentre per partite sulla carta così equilibrate in genere non si va oltre il 20-25%. Abbiamo abbassato la quota da 3 a 2.80, poi da 2.80 a 2.25, ma il volume di giocate proseguiva come prima. Da notare che dall’inizio del campionato non avevamo mai avuto una quota per il pareggio inferiore a 2.90. Quando l’abbiamo abbassata a 1.65 e nulla è cambiato abbiamo capito che c’era qualcosa di strano e abbiamo sospeso il gioco. A 1.65 non si può giocare sul pari se non si ha la convinzione assoluta che si verificherà”.
Per dare un’idea dell’interesse degli scommettitori su questa partita basti pensare che sono stati giocati su Chievo – Catania ben 205 mila euro, una cifra ben superiore ai 50 mila euro investiti su un incontro più importante come Palermo – Inter. In Inghilterra, patria delle scommesse sportive, i numeri sono ancora più imponenti: fino a martedì la sola Betfair, la più grande agenzia inglese, aveva raccolto scommesse per 2 milioni di sterline. Il Sun ha riportato oggi una dichiarazione di uno scommettitore professionista:
“A partire da mercoledì molte persone hanno iniziato ad essere convinte che la partita sarebbe finita in pareggio, parlando di un classico ‘Italian Job’. L’ammontare di denaro era incredibilmente alto per due squadre di quel rango. Molti qui non ne conoscevano nemmeno il nome e l’incontro non è stato nemmeno trasmesso in televisione”.
Adesso sarà la procura federale a decidere se aprire un’inchiesta ufficiale oppure no, non sarebbe neanche giusto avanzare dei sospetti. Intanto le varie agenzie di scommesse sportive dovranno pagare le giocate pervenute prima della sospensione dell’evento, ma questo non è un gran problema, come ha sottolineato Alberto Nassi: chi fa questo lavoro sa come difendersi da questo genere di situazioni, i veri sconfitti in questo caso sono i normali tifosi che si recano allo stadio e sono costretti a sorbirsi un’ora e mezza di assoluta noia, è la mancanza di rispetto verso la gente il vero problema.
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