Trentasei giorni dopo, torna il “vecchio medico” (parole di Maurizio Zamparini) a risollevare le sorti di un Palermo incredibilmente malato: “Non è cambiato nulla, anzi, è peggiorato tutto” l’amara analisi del patron dei siciliani dopo l’indigesta debacle del Massimino, 0-4 nei secondi 45 minuti contro i cugini del Catania. Il comunicato stampa apparso oggi sul sito dei rosaneri, per altro in pausa di riflessione come si vuole nei lunedì calcistici, è laconico: “L’U.S. Città di Palermo comunica che il tecnico Serse Cosmi è stato sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra. Al suo posto è stato richiamato Delio Rossi“. Se ne va dunque il sanguigno allenatore umbro capace di resistere per sole 4 giornate: tre trasferte (con Lazio, Genoa e Catania), tre sconfitte senza segnare un gol.
Unico sussulto nell’anticipo di sabato 19 marzo contro il Milan, 1-0 con gol di Goian, rarissima gioia di Cosmi allenatore del Palermo. Si diceva della partita di Catania: crocevia fondamentale, più che per la classifica per l’onore. Alla fine il naufragio: “Soffrivo a vedere il Palermo strapazzato in quel modo dal Catania: nel secondo tempo, su tre tiri, abbiamo preso quattro gol. Ce l’abbiamo messa tutta per farci del male. La squadra si è liquefatta, dopo l’errore di Balzaretti, che può capitare a chiunque” ha detto a freddo, con lacrime forse di coccodrillo, l’imprenditore fiurlano. Che ha subito, standosene zitto, anche la frase poco sibillina di uno della vecchia guardia, Giulio Migliaccio, che ha così risposto alla contestazione dei tifosi: “Voi attaccate solo la squadra ma la colpa è anche di dirigenti e presidente“.
E così Serse Cosmi è arrivato in un tritacarne in cui non ne è uscito vivo, mal visto dai giocatori, incapace di cambiare ritmo, c’è chi dice anche di un dissapore particolare con Miccoli; infine l’ultima disperata mossa in terra etnea: fuori Pastore, gli è andata male, un boomerang infuocato. Dunque senza far troppe storie ritorna Delio Rossi, che in fondo quando aveva lasciato lo aveva detto: “Un domani tornerò a Palermo perché so che qua ho lasciato qualcosa“. Era rimasto in città il tecnico romagnolo, lui voleva esserci il 20 aprile per la semifinale di andata di Coppa contro il Milan, per un finale di campionato comunque da onorare: calendario non difficile, sette gare di cui quattro in casa (a parte il Napoli, arriveranno nel capoluogo siciliano Cesena, Bari e Chievo). Zamparini alla fine crolla e chiede scusa a cuore aperto:
“Cambiare l’allenatore è stato un mio errore, del quale chiedo scusa ai tifosi del Palermo, spero che il futuro sia migliore. Nel mio cuore si è aperto subito un dramma, dopo la sconfitta di Catania. Io, che già avevo avuto dei ripensamenti sull’allontanamento di Rossi, ieri mi sono ricreduto, perché Rossi è un ottimo allenatore. Avevamo avuto qualche dissidio dopo lo 0-7 con l’Udinese. Io pensavo di cambiare in meglio e non è stato così. Ho chiamato Rossi, perché era molto arrabbiato con me, e me lo ha anche detto, ma anche perchè ha la forza di riportare la squadra a giocare come faceva nel girone d’andata. Spero che i tifosi siano contenti del ritorno di Rossi: noi abbiamo il miraggio della Coppa Italia e dobbiamo cercare di far bene in questa competizione. Cosmi, che non conosceva la squadra, era in confusione, e i giocatori non lo avevano accettato. Loro vedevano bene il ritorno di Rossi e l’ho richiamato”.
Ma un’ultima inopportuna frase allarga una crepa, l’ennesima di questa stagione a tinte più nere che rosa: “In questa squadra c’è anche qualche problema nello spogliatoio: non escludo che sia Pastore che Ilicic attirino le invidie dei compagni“. Delio Rossi dovrà dare una identità a questa squadra, a prescindere dai risultati (che pure sono impietosi, con 6 ko nelle ultime 7 partite e ben 19 gol subiti), altrimenti sarà una stagione da dimenticare. Con in più la Coppa Italia, un ottimo medicinale.
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