Il 6 agosto del 2011 venne ufficializzato il passaggio di Javier Pastore dal Palermo al Paris Saint Germain: la nuova proprietà araba dei parigini aveva sganciato 43 milioni per il suo cartellino (acquisto record per il campionato francese e per il club, diciassettesima transazione più onerosa di sempre nella storia del calcio), offrendogli un quinquennale a 4 milioni di euro all’anno (il più pagato della Ligue 1, l’anno scorso chiaramente) più bonus. Ebbene, con queste premesse i tifosi, ma anche gli addetti ai lavori, si aspettavano dall’argentino fuoco e fiamme al Parco dei Principi, giocate sontuose, assist, gol e chi più ne ha più ne metta. Il primo anno le gioca tutte, alla fine colleziona 43 presenze, segna 16 gol e risolve più di una partita da solo: niente male, il PSG non vince però niente, lui avrebbe potuto fare leggermente meglio. In definitiva però non delude, anzi.

Quest’anno a Parigi ancora spese folli, campionissimi pagati decine di milioni, Carlo Ancelotti può cominciare il suo lavoro sin dall’estate e su Pastore, come ovvio, punta molto. Il Flaco però si smarrisce, contro il Rennes (che espugna la capitale in nove uomini) finisce sul banco degli imputati per la prestazione scialba. Fino ad ora 16 presenze e due gol, ma contro il Troyes nell’ultimo turno di campionato, ha toccato il fondo: disorientato in campo, fischiato dal pubblico (con tanto di reazione stizzita) e sostituito a fine primo tempo da Ancelotti. A fine partita il tecnico italiano ha spiegato:

“Non so cosa gli sia successo. Questo brutto momento finirà, è un professionista, concentrato sul proprio lavoro e sono sicuro che ne uscirà. Uno come lui può essere importante nelle ripartenze, ha qualità diverse rispetto a Menez o Lavezzi ma nei passaggi è eccezionale, è capace di trovare un compagno in profondità. In questo momento il suo è problema di fiducia ma tutti i suoi compagni credono in lui e tutti dobbiamo aiutarlo a uscire da questo momento difficile”.

Chiaro che un investimento come quello fatto su Pastore necessita valutazioni in tranquillità da parte del Paris Saint Germain che ha il dovere di preservare il suo giocatore; è pur vero però che le voci suggeriscono uno scarso ambientamento in Francia e con la sua fidanzata siciliana non disdegnerebbe un ritorno sulla penisola (per altro lui ha origini italiane, piemontesi per la precisione). Così le milanesi hanno bussato alla porta di Leonardo, uno che conosce bene entrambi i club: l’Inter ha proposto uno scambio con Sneijder (più minimo conguaglio da parte dei francesi ai nerazzurri), il Milan un secco Abate più venti milioni. Solite suggestioni di fine novembre?

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