Aaa Udinese cercasi. Chissà dove, chissà perché, la squadra friulana s’è smarrita e nel naufragio di domenica in quel di Siena sono affondati tutti, dal ds Gasparin all’allenatore Pasquale Marino. Una vera e propria polveriera, in cui tutti dicono tutto, accuse velate tra compagni di squadra, indiscrezioni di nuovi allenatori all’orizzonte, mancanza di gioco, di corsa, di idee. Neanche un anno fa questa formazione, più o meno la stessa se si esclude la cessione del solo Quagliarella, si giocava i quarti di Coppa Uefa contro il Werder; quest’anno senza Coppe e con, in teoria, un anno di esperienza in più le cose vanno peggio. Molto peggio.

Ma diamo la parola ai protagonisti, per così dire, della sconfitta di domenica pomeriggio. Iniziamo con il portiere Samir Handanovic: “A parte i complimenti a Maccarone per il bellissimo gol, ho visto con dispiacere la capacità nulla di reagire da parte nostra dopo l’1-0 subito. Sono abbattuto e rammaricato, sia per la classifica sia per l’atteggiamento mantenuto in campo, le cose dovrebbero andare meglio rispetto alla scorsa stagione, dato che quest’anno non abbiamo nemmeno le coppe europee, e invece… Su quello che ci siamo detti nello spogliatoio non mi pronuncio, sono cose che devono rimanere lì“. Gli fa l’eco, un po’ polemico, Antonio Floro Flores.

Non mi sembra proprio che Handanovic sia stato l’unico a combinare qualcosa di buono, io ho sfiorato un gol di testa, e non ci è stato assegnato un rigore. Certo, non abbiamo giocato bene, e sarà necessario un profondo esame di coscienza in vista della sfida contro il Cagliari. La medicina giusta è allenarsi tutti i giorni” le parole della punta napoletana. Depresso il mood di Gaetano D’Agostino: “Non viviamo un buon momento, dobbiamo fare più punti possibile per uscire da una classifica che, al momento, ci vede lottare per non retrocedere“. Non va meglio a Pasquale Marino, condottiero stanco dei bianconeri del nord-est.

Bisogna pensare anche dietro alla classifica non solo avanti. Non dobbiamo rimpiangere chi manca, abbiamo fatto una prestazione pessima. Ci manca questa vittoria da tanto tempo e dal punto di vista psicologico siamo stati indifendibili. Dovevamo affrontare in maniera diversa questa partita anche se il momento non è dei migliori. Il problema è che quando non sai esprimerti in una certa maniera e non fai punti l’aspetto mentale diventa determinante. La tensione fa si che la manovra diventi lenta quando di solito fuori casa creiamo tanto: oggi non è stato così e dobbiamo pensare veramente che questo brutto momento deve passare in fretta per ritrovare la nostra fisionomia” ha dichiarato Marino.

Mentre Giampaolo Pozzo ricorre al silenzio (“Siamo in grandissima difficoltà. Abbiamo parlato abbastanza, ora è il momento di tacere“), il ds Sergio Gasparin (ah quanto rimpiangono da queste parti Pietro Leonardi, oggi al Parma dei miracoli) prova a fare la voce dura: “Domenica abbiamo fatto un ulteriore passo indietro rispetto alla già brutta prova di Bologna, ho visto una squadra rinunciataria e senza mordente, come ha sottolineato Handanovic; non bisognerebbe dover arrivare a questo punto per decidere di svegliarsi e dare una scossa alla situazione. Vedremo se mandare tutti in ritiro a a partire da martedì. Non parlo della situazione di Marino, ma è evidente che dall’anno scorso non abbiamo imparato nulla“. L’analisi più corretta alla fine la fa Adriano Fedele.

L’ex giocatore di Udinese e Inter, nonché anche allenatore dei friulani, ha tutta una sua opinione su questa involuzione preoccupante della squadra: “Ho visto l’Udinese di Siena e mi sono subito chiesto: ma i preparatori cosa ci stanno a fare? I giocatori dell’Udinese arrivavano sempre dopo sul pallone, perdevano tutti i contrasti, andavano più piano degli altri. Sono sicuro che, come aveva detto Marino, non stanno in campo a prendere il sole, ma è evidente che a livello atletico proprio non ci siamo. Una squadra imballata, la settimana dopo corre. Questi invece nemmeno se la giocano. Sono troppo lenti, inguardabili. E non credo proprio che, come dice sempre Marino, si tratti di un problema psicologico. In campo bisogna correre come dannati: servono altri allenamenti per ottenere questo“.

I preparatori Giovanni Petralia e Riccardo Sangiuliano dovranno sicuramente darsi da fare, perché effettivamente i giocatori hanno la lingua a terra (e siamo solo a dicembre!). Ma anche Antonio Di Natale, che si fa espellere e poi squalificare per due giornate a partita finita, o Cristian Zapata, bella addormentata sul secondo gol senese, per citare due giocatori della rosa, dovranno rimboccarsi le maniche. Per Marino col Cagliari sa tanto di ultima spiaggia: pronti Zaccheroni, che ha confermato i contatti con la famiglia Pozzo, o De Biase, che invece ha preferito tacere sull’argomento. Ma Fedele, ancora lui, ha altre soluzioni.

Io proporrei una maggiore responsabilizzazione di Gino Pozzo. Non perché non abbia più fiducia nel padre, che stimo e ho sempre stimato. Ma per dare maggiore responsabilità al figlio, che già da anni opera bene e per dare allo stesso tempo continuità ad un progetto che è dei Pozzo. Cambiare allenatore? Ho sentito parlare di De Biasi, ma non lo vedo adatto ad Udine. Piuttosto penserei a Rossitto (attuale allenatore della Primavera, ndr). Delio Rossi, l’unico allenatore vero che c’era, ormai è andato. E poi non è questo il problema dell’Udinese: serve motivazione, che adesso proprio manca“. Crisi pesta ad Udine, cosa fare per uscirne fuori?

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