Soldi, soldi e ancora soldi, sembra questo l’unico imperativo del famelico calcio inglese. Così non contenti dell’enorme flusso di danaro generato studiano il modo per produrne ancora di più. È in fase di studio un progetto che rivoluzionerebbe la Premier League per come la conosciamo anche se la strada affinché si realizzi è ancora molto lunga. L’idea è quella di dividere l’attuale massimo campionato da 20 squadre in due da 18, in pratica una sorta di A1 e A2 che in Italia conosciamo grazie al basket.
In pratica la Premier League si snellirebbe di un po’, la Premier League 2 accoglierebbe, questa è la novità principale, le due squadre di Glasgow, i Celtic e i Rangers. A conti fatti ben 10 squadre dell’attuale Football League Championship dovrebbero retrocedere nella nuova terza divisione. Le motivazioni che hanno spinto alla ricerca di nuove soluzioni sono principalmente due: in primo luogo c’è la voglia delle scozzesi di disputare un torneo più competitivo e soprattutto più ricco che così sarebbe soddisfatta anche perché hanno le potenzialità per salire presto di categoria e giocarsela con le big inglesi, il secondo motivo è da ricercare nella grossa crisi economica in cui versa la Football League.
I tifosi non mancano, è risaputo che la passione per il calcio in Inghilterra si spinge ben oltre la Premier League, il problema è che il torneo attira pochi sponsor e quindi pochi soldi. Anche per questo le società che salgono in Premier raramente hanno la forza di confermarsi come realtà consolidate e la loro parabola non supera quasi mai in lunghezza un paio di stagioni. Ma la nuova Premier League 2 sarebbe poco più di una Football League rivisitata se non si innalza il livello delle partecipanti, una volta volate vie le due scozzesi cambierebbe poco rispetto ad ora. Il trucco allora consisterebbe nel blindare questi due tornei rendendone quasi impossibile l’ingresso e assicurando stabilità alle partecipanti. Come? Una sola promozione dalla terza divisione ogni anno, mentre il ricambio di squadre tra le prime due leghe sarebbe limitato a soltanto due società.
Ma come la prendono le dirette interessate? Il progetto viene studiato da un po’ da Phil Gartside, presidente del Bolton, che sembra aver ottenuto il consenso da uno sparuto gruppetto di società, non più di sei o sette. Il problema sono le big, in pratica Manchester United, Chelsea, Liverpool e Arsenal che, avide di introiti, mal digeriscono l’eventualità di dividere la torta in 36 invece che in 20 come ora e soprattutto con altre due big quali diventerebbero le due di Glasgow. È chiaro quindi che si opporranno con tutte le loro forze affinché il progetto non vada in porto. Sull’altro piatto della bilancia c’è la volontà di molti di opporsi a quello che ormai è un predominio di quell’elite che in pratica fa il buono e il cattivo tempo.
Se si arriverà a questa rivoluzione e i risultati saranno positivi il modello potrebbe convincere anche altri paesi europei, visto che tutti sono da sempre alla ricerca della formula per guadagnare di più. E se invece fosse il primo segno di cedimento di un sistema come quello inglese arrivato ormai alla saturazione?
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