Contro il Milan zero tiri in porta, zero gioco, zero tutto: da dove ripartire per essere ottimisti di un successo, casalingo, contro il Napoli in Coppa Italia? Per ognuno degli altri cento e più anni di storia juventina una domanda del genere sarebbe suonata strana. Ma come, la Juve è già spacciata contro i partenopei, pur giocando tra le mura amiche e in una competizione a cui i rivali non tengono poi chissà quanto (con una qualificazione in Champions possibile)? Ebbene si, nel 2010, quando i futuristi romanzieri di quaranta anni fa immaginavano viaggi intergalattici dell’uomo, quando il mondo pareva dovesse essere popolato da autostrade volanti, in quest’epoca la vera cosa “strana” è sapere la Juve più scarsa del Napoli, scesa per di più in B non più di tre anni fa e senza prospettive (tangibili) di futuro.
Il condottiero frastornato, ingarbugliatosi tra schemi appiccicatigli addosso (il famigerato rambo, ehm rombo, di cui s’è fatto fautore non gli è stato forse imposto?), al secolo Ciro Ferrara, è un pugile ferito, suonato, alle corde eppure non ko. Avrebbe perso ai punti, ma di fatto non è ancora stramazzato al suolo: colpa, o merito, di arbitri indulgenti (i suoi datori di lavoro), non certo di avversari che non lesinano ganci precisi, sul setto nasale, lì dove fa più male. Lui sputa sangue, ma si rialza, con la faccia (e la capo) tosta degna del miglior scugnizzo napoletano: “Ieri un mio amico mi ha fatto notare che sono come Rocky. Prendo cazzotti. Sono pieno di sangue, ma continuo a dire che non mi fa male. Non c’è niente che mi può buttare giù, bisogna colpirmi più forte. Mia mamma me le dava più forte“.
Tiago palleggia al Vicente Calderon, Poulsen s’è fratturato il perone, Sissoko in Angola col suo Mali (perché?), Marchisio squalificato insieme ad Amauri, Iaquinta convalescente (quando torna?), Trezeguet sarà in gruppo fra una settimana, Camoranesi fa fisioterapia: ma chi diavolo giocherà contro i terribili ragazzi di Mazzarri? Se queste sono le premesse, ci sono tutti i presupposti per il definitivo colpo da ko, anche se dall’Olanda l’ironico e mai dispensatore di buone notizie, Cees van Nieuwenhuizen, agente del santone/salvatore (ipotetico) Guus Hiddink gela tutti: “Fino a quando non si farà chiarezza sul futuro di Guus in qualità di allenatore nella nazionale russa noi non trattiamo con nessuno. Il tecnico si incontrerà con la federazione russa, alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima“. Fine della storia, Rocky Balboa, o Ciro Ferrara che dir si voglia, è pronto a buscarne altre senza spezzarsi. Con Caceres ala e Brazzo centrale di centrocampo.
Vicolo cieco Juve.
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