Se ne era parlato quest’estate.
Diverso giocatori, anche blasonati, coinvolti, chi in un modo chi nell’altro, in un giro di scommesse a dir poco “sconveniente”.
Quella che poteva essere una notizia bomba, è stata poi fagocitata dal polverone Calciopoli o Moggiopoli, ed è passata in secondo piano.
Forse per invidia, alcuni giocatori della prima divisione belga, sono stati coinvolti in uno scandalo ancor peggiore, se confermato.
Sospettati di aver truccato alcune partite del campionato belga 2005, quando militavano nel Lierse, il macedone Igor Nikolovski, il belga Laurent Fassotte e il romeno Marius Mitu, sono stati licenziati dal loro club per comportamento “incompatibile con l’etica sportiva”.
Finora però, non c’è stata alcuna sentenza.
Per questo, sono stati reintegrati dalla Corte d’Appello di Bruxelles nel loro posto di lavoro.
Il giudice ha imposto alla Federazione belga di sospendere qualsiasi procedimento disciplinare a carico dei tre in nome dei principi in base al quale tutti i cittadini hanno diritto ad un processo equo e hanno diritto al lavoro.
Il suo avvocato, Luc Misson, reso celebre dalla sentenza Bosman, ha spiegato che “il diritto al lavoro è un diritto fondamentale” e che “le istituzioni sportive non possono privare un giocatore professionista di questo diritto al lavoro”.
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