A poco più di metà campionato, sono state ad oggi nove le squadre che hanno cambiato allenatore, in attesa che anche la Juve si aggiunga a questo robusto gruppo; mai come quest’anno gli avvicendamenti in panchina sono stati proficui, sintomo che cambiare a volte, molte volte, fa bene. Rivalutati i presidenti mangia-allenatori, è la prova che spesso il problema risiede nell’amalgama tra condottiero e suoi soldati, e non già in una rosa scadente e mal definita in estate. Alcuni casi sono lampanti e hanno fatto parlare, ma anche altre storie un po’ più sottotraccia dimostrano inequivocabilmente che la perseveranza dei vari Blanc e Lotito non ha poi tutto questo senso.
Al primo posto, il Napoli di Walter Mazzarri: squadra senza anima alle dipendenze di Donadoni, i partenopei col tecnico livornese non hanno più perso, ritrovando uno spirito di squadra eccelso e posizionandosi in zona Champions nel giro di una dozzina di partite. Medaglia d’argento per la Roma: va bene, le dimissioni di Spalletti giunsero dopo un paio di partite, ma è innegabile che il lavoro di Claudio Ranieri, a confutare il detto “nemo profeta in patria“, ha apportato in seno ai giallorossi profondi cambiamenti. Ultimo gradino del podio per il Palermo del vulcanico Zamparini: archiviati i sogni scudetto con Zenga, ha insediato Delio Rossi che dopo il passo falso all’esordio contro il Chievo, non ha più perso.
Ma a parte queste situazioni eclatanti, anche in altre piazze il cambiamento è stato tutto sommato positivo: il Bologna dell’elegante Franco Colomba, zitto zitto, inanella vittorie (cinque dall’allontamento di Papadopulo). Così come il Catania di Sinisa Mihajlovic che ha dato unità e compatezza a un gruppo che con Atzori aveva toccato il fondo nella trasferta di Siena: dieci punti in sei partite rappresentano la strada sicura per la salvezza. E menzione anche al Livorno del dimissionario Serse Cosmi: col sanguigno allenatore umbro, i labronici si sono ritrovati, non pareggiando mai ma ottenendo ben sei successi. Uniche eccezioni l’Udinese, ma è presto per tracciare un bilancio esaustivo del lavoro di De Biasi, l’Atalanta, costante ad alternare vittorie e sconfitte con tutti e 4 i tecnici avuti, e il Siena: Alberto Malesani dopo una buona partenza pare essersi smarrito. Cambiare? Funziona!
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