A volte ritornano: il calcio e i suoi presidenti ci hanno insegnato che per un allenatore non è finita fino a che non è davvero finita. In altre parole: fino a che hanno un contratto con una squadra sono sempre i privilegiati a far ritorno su una panchina che gli era stata scippata. Di solito capita nella stessa stagione, questa volta a cavallo tra due; Mario Beretta è il nuovo allenatore del Siena e prenderà il posto dello sfortunato Andrea Mandorlini.
L’amministratore delegato dei toscani, Giovanni Lombardi Stronati, aveva dichiarato nel dopo partita di domenica (ricordiamo che il Siena aveva perso in casa contro il Livorno ed è attualmente ultimo in classifica con 9 punti) che se se la sentiva il tecnico ravennate sarebbe rimasto al suo posto; lunedì tuttavia nel città del Palio circolavano voci di un possibile esonero e si facevano i nomi di Malesani o addirittura Zeman. In serata l’annuncio del ritorno di Mario Beretta.

L’anno passato il tecnico milanese si salvò all’ultima giornata coi bianconeri che, tuttavia, meritarono la permanenza in Serie A; nonostante questo il rapporto con la tifoseria non è mai stato idilliaco e pare anche con una piccola parte dello spogliatoio. Lascia perplessi dunque queste scelta dei dirigenti senesi: cercano di smuovere l’ambiente e di dare la scossa richiamando colui che non aveva entusiasmato pochi mesi prima.

Personalmente stimo molto Mario Beretta e l’augurio più grande è che possa condurre il Siena a una salvezza tranquilla dando ragione a chi gli rivolto fiducia. Ma in ogni modo le polemiche della curva Robur saranno inevitabili.

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