Quella di ieri è stata una giornata che a posteriori verrà ricordata come quella della svolta: il calcio cambia, e tanto. Riunitasi a Ginevra, la FIFA ha deliberato alcune modifiche al regolamento (è l’ultimo mandato di Blatter che vuole lasciare il segno) col placet di Michel Platini, presidente UEFA, e degli altri massimi esponenti delle varie federazioni continentali: queste modifiche, incredibilmente sostanziali, avranno tutto il tempo di essere metabolizzate ma, assicurano i vertici calcistici, saranno operative sicuramente ai Mondiali russi del 2018.
Due le nuove regole destinate per sempre a cambiare la fisionomia di questo sport centenario. Partiamo dalla più succulenta, cioè dal cartellino arancione: verrà usato per falli al limite tra il giallo e il rosso, o al secondo giallo (ma l’arbitro potrà anche passare, come succede già ora, direttamente al rosso), chi se lo vedrà sventolare in faccia resterà in panchina per 10 minuti, salvo poi poter fare rientro in campo. Come gestiranno l’inferiorità numerica a tempo gli allenatori?
E la seconda rivoluzione appare ancora più clamorosa: basta 90 minuti, tempi di recupero e simulazioni, fra pochi anni si giocherà col tempo effettivo con due tempi di 30 minuti l’uno. Roba forte ma che ha già suscitato più di una perplessità, soprattutto quest’ultima innovazione che a detta di molti (l’Inghilterra, l’Olanda e il Sudamerica hanno ufficialmente protestato) snatura profondamente il senso di questo sport. Il dado pare tratto: si proverà nel calcio minore a partire dal 2012/13, poi dopo i Mondiali brasiliani diverrà obbligatorio, gradualmente, per tutti.
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