L’avversario era tutt’altro che irresistibile e l’Irlanda del Trap non ha incontrato ostacoli nel demolirlo. All’andata la nazionale allenata dall’italiano ipotecò la qualificazione in Estonia con un netto 4-0, al ritorno in patria è stata poco più di una partita amichevole terminata con il risultato di 1-1. Gli irlandesi sono felici del lavoro svolto dal Trap, seppur con qualche timida riserva. Si aspettavano, forse, un miglioramento dal punto di vista del gioco che non è arrivato.
Resta il dato inappuntabile del traguardo del campionato europeo, raggiunto da una formazione di livello tecnico non trascendentale, sicuramente risollevatasi e rinfrancata da quando il commissario tecnico si chiama Giovanni Trapattoni. Il 72enne di Cusano Milanino avverte: “Non ci sono favoriti all’Europeo, faremo la nostra parte“, dopo aver espresso il desiderio di restare sulla panchina irlandese almeno fino alla fine delle prossime qualificazioni per il mondiale in Brasile. Vuole compiere il miracolo non riuscito anche per colpa della famigerata mano di Henry, di portare l’Irlanda al mondiale, insomma.
“Chiameremo i nostri figli Giovanni!“, scrivono alcuni tifosi sui siti dei maggio quotidiani dell’isola verde. Non è da meno l’Irish Times, il quotidiano più letto in Irlanda che titola “Siamo arrivati alla terra promessa“, mentre l’Irish Independent parla di “ritorno alla gloria dell’Armata Verde”. Quest’ultimo benedice il “catenaccio nella cruciale trasferta di Mosca” (0-0) e ovviamente la “fortuna”, tipica degli irlandesi e decisiva nel sorteggio degli spareggi. E il Trap, memore dell’acqua santa, afferma di aver parlato con San Patrizio prima della partita in Estonia…
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