Il pareggio in extremis contro la Roma ha convinto Walter Mazzarri della necessità di una svolta nel suo modo di gestire la rosa del Napoli. L’allenatore toscano ha capito che è arrivato il momento di premiare chi scende in campo con maggiore generosità, a discapito di quelli che pensano di meritare un posto da titolare a prescindere dalla qualità delle loro prestazioni. Il pensiero ovviamente va subito a Lavezzi e Quagliarella che in questo momento stanno giocando molto al di sotto delle loro possibilità e delle aspettative dei tifosi.

Al contrario nell’ultima partita l’argentino Denis, partendo dalla panchina, è stato uno dei principali artefici della rimonta, come lo stesso Mazzarri ha sottolineato: “Ha sempre fatto delle ottime prestazioni per movimenti e generosità, era mancato un po’ solamente come capacità in fase realizzativa”. Non è escluso quindi che sia lui l’attaccante titolare nella trasferta di domenica a Bologna. Sarà il campo l’unico elemento che considererà Mazzarri da oggi in poi quando dovrà scegliere l’undici iniziale:

“D’ora in poi guarderò il lavoro e basta. Lo dirò anche ai ragazzi. Andranno in campo gli undici che stanno meglio. I valori si sono azzerati, non ci saranno più priorità. Per nessuno… Chi sta un po’ peggio degli altri va in panchina, senza disonore. Nelle ultime 12 partite di campionato si fa così. Il gioco del Napoli è ormai delineato e tutti sanno come comportarsi. Sceglierò quelli che giudicherò più in forma durante la settimana, a cominciare dalla trasferta di domenica prossima col Bologna”.

Le migliori foto di Napoli-Roma 0-0
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Dopo queste dichiarazioni Mazzarri non ha potuto evitare le scontate domande relative ai due principali obiettivi delle sue critiche, Fabio Quagliarella e Ezequiel Lavezzi. L’allenatore vorrebbe che l’argentino fosse più decisivo nella manovra offensiva partenopea, durante le gare gli chiede di entrare più spesso in area, ma queste richieste raramente vengono accolte. Per Quagliarella la situazione è diversa, non manca l’impegno, il problema è più di natura tattica:

“Potrebbe interpretare il ruolo di prima punta come Denis, volendo. I mezzi li ha, ma preferisce giocare in modo diverso. Non è un problema di caratteristiche. Con me hanno segnato anche attaccanti non di peso, come Bellucci e Amoruso. Mi interessa solo avere una prima punta che gioca bene e vede la porta”.

Nonostante questo l’allenatore è convinto che i tempi siano maturi per tornare alla vittoria che manca ormai da cinque partite. Certo il Bologna di questi tempi non è l’avversario più raccomandabile ma la squadra, a suo modo di vedere, ha acquisito la consapevolezza di poter far bene anche lontano dal San Paolo. Aspetto questo da non sottovalutare dal momento che uno dei principali limiti della gestione Donadoni era proprio il mutevole atteggiamento degli azzurri nelle partite in trasferta rispetto a quelle in casa.

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