Il Manchester United è stato protagonista ieri sera di una brutta avventura nei cieli tedeschi che per poco non ha avuto conseguenze più serie. Gli inglesi erano in volo con un charter della compagnia britannica Monarch per raggiungere Colonia visto che stasera saranno impegnati nel delicato scontro con il Bayer Leverkusen in Champions League. Il viaggio è scivolato via liscio come al solito, fino a quando non è cominciata la manovra d’atterraggio: quando l’aereo era a soli 400 metri dal suolo il pilota si è accorto che la pista era occupata da un altro velivolo in manovra, così ha dovuto riprendere quota in maniera repentina per evitare una collisione.

I passeggeri del charter, in questo caso i Red Devils al completo, si sono presi un bello spavento e hanno tenuto il fiato sospeso fino a quando non hanno toccato finalmente terra. Per la cronaca la “riattaccata”, questo il nome tecnico della manovra eseguita dal pilota, è andata per il meglio, sono serviti poi circa dieci minuti affinché la pista fosse finalmente libera e l’aereo potesse finalmente concludere il suo viaggio, per il sollievo di tutti gli occupanti. Testimone di quanto accaduto in quota ieri sera è Rio Ferdinand che poco dopo ha raccontato l’accaduto su Twitter non nascondendo di essersi spaventato un bel po’, l’hashtag #TouchedCloth parla chiaro (è un modo molto figurativo per dire di essersela fatto nei pantaloni).

Leggendo questa notizia è impossibile non richiamare alla memoria il disastro aereo di Monaco di Baviera che vide perire 8 calciatori del Manchester United e 3 componenti dello staff, oltre ad altre 12 persone tra giornalisti, membri dell’equipaggio e altri passeggeri. Era il 6 febbraio del 1958, in tutto le vittime furono 23 su 44 occupanti totali, su quell’aereo c’era anche un giovanissimo Bobby Charlton, all’epoca aveva 21 anni e faceva parte di quel gruppo che la stampa inglese aveva soprannominato “Busby Babes”, dal nome del loro allenatore Matt Busby, anche lui sopravvissuto quella notte. Charlton avrebbe poi scritto la storia del calcio inglese, vincendo un mondiale nel 1966 e finalmente la Coppa dei Campioni nel 1968, esattamente 10 anni dopo quel maledetto incidente che era costato la vita a tanti suoi compagni. Ma questa è un’altra storia, per fortuna ieri a Colonia le cose sono andate molto diversamente.

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ultimo aggiornamento: 27-11-2013


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