Claudio Lotito cambia idea sul nuovo stadio della Lazio. Secondo Repubblica, il presidente biancoceleste avrebbe accantonato l’idea di fare l’impianto al chilometro 6,5 della Tiberina perché l’area viene considerata a rischio esondazione. Le attenzioni si starebbero dunque concentrando su un’altra zona.

Sarebbe stata individuata un’area di cento ettari in un’ansa del fiume Tevere, tra Flaminia, Tiberina e Salaria. Vicino al comune di Settebagni. Per essere ancora più precisi, siamo a Prima Porta, all’altezza dei resti della villa di Livia. Identico il progetto da due milioni di metri cubi, prodotto da Ama Group. Con il campo più vicino agli spalti, sul modello inglese. Niente barriere. In caso di bisogno, verrebbero innalzati dei cristalli, che inizialmente sono posti sotto il livello del rettangolo di gioco.

Altezza di 45 metri circa, struttura ideata su due livelli: 30 mila tifosi verrebbero ospitati nell’anello inferiore, altri 25 mila nella parte superiore. La copertura sarà in poliestere, led luminosi evidenzieranno il logo Lazio anche di notte. Per completare l’opera, si dovrebbero impiegare tre anni. Non solo stadio, ma una vera e propria cittadella, collegata dalla ferrovia Roma Nord, che parte da piazza del Popolo e arriva alla stazione di Prima Porta, e dalla RM2, la linea metropolitana che ferma a Settebagni, sull’altra riva del Tevere.

Appena il piano sarà preciso, Lotito presenterà il progetto in Campidoglio. Si chiamerà “Stadio delle Aquile”, in onore del simbolo biancoceleste. I ritardi – il primo progetto fu presentato nel 2009 – sono dovuti proprio in considerazione del rischio esondazione sui terreni della Tiberina, di proprietà dei fratelli Mezzaroma. Durante una piena, effettivamente, quella zona è finita sott’acqua.

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ultimo aggiornamento: 01-10-2014


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