La Juventus non si arrende e annuncia un nuovo ricorso contro la chiusura della Curva Sud per la prima giornata di campionato. La società ha reagito duramente all’annuncio odierno, arrivato dalla Corte d’Appello Federale che ha accolto solo parzialmente il primo ricorso dei bianconeri riducendo la chiusura del settore dello Juventus Stadium che ospita (almeno in teoria) i tifosi “più caldi”. La riduzione da due giornate ad una, con la multa relativa ridotta da 50 mila e 30 mila euro, non accontenta i dirigenti bianconeri.

Le ragioni sono esposte sinteticamente in un comunicato molto duro:

L’odierna decisione della Corte d’Appello della FIGC desta molta perplessità dal momento che l’autore materiale del reato è stato individuato ed arrestato. Tale individuazione ha permesso di dimostrare che il soggetto:

1. si trovava all’interno dello Stadio Olimpico di Torino, in evento organizzato da altra società, privo di biglietto e il suo nome non compare sulla lista degli juventini presenti nel settore ospiti
2. era già sottoposto a D.A.Spo
3. non risulta tra gli abbonati della Juventus.

Non è chiaro, pertanto, come la società possa essere ritenuta responsabile, ancorché oggettivamente, dei suoi comportamenti. La Juventus e i suoi tifosi non devono pagare il prezzo delle lacune ed inefficienze altrui. Juventus Football Club ricorrerà presso il Collegio di garanzia dello sport del Coni avverso al provvedimento odierno.

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Lo avevamo sottolineato anche qui, nel nostro editoriale, di come sia paradossale colpire 10 mila tifosi per il comportamento di un singolo (o di un pugno di persone), in questo caso persino individuato dalla giustizia, quella ordinaria ovviamente. La Juventus scende nel dettaglio, ribadisce quanto noto, cioè che il tifoso colpevole non è abbonato (ammesso che il fatto che lo fosse possa giustificare una squalifica “collettiva”), ma è soprattutto sul concetto di “responsabilità oggettiva” che punta il dito.

In sostanza, si dice, se il soggetto arrestato per il lancio della bomba carta non è un tesserato, era sottoposto a Daspo (quindi non sarebbe potuto entrare) e la società bianconera non poteva materialmente controllare gli accessi perché la partita era, ovviamente, gestita dal Torino che disputa le gare nello Stadio Olimpico, come si fa cagionare un danno a migliaia di tifosi tutti tesserati e abbonati regolarmente che quel giorno, almeno nel 95%, non erano nemmeno presenti allo stadio?

Seguiremo gli sviluppi nei prossimi giorni, si dovrà attendere il parere del Collegio di garanzia del Coni, ultimo “grado di giudizio” possibile per casi come questo.

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ultimo aggiornamento: 30-07-2015


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