Dal maggio scorso, quando alla delusione per la mancata iscrizione all’Europa League fece spazio rabbia quindi rassegnazione, il Parma non c’è più, smarrito, persosi clamorosamente tra un mercato deficitario, pezzi pregiati in infermeria e una società che latita: la sconfitta rimediata ieri al Tardini contro l’Empoli l’ennesimo fiele bruciante su ferite sempre più aperte di una squadra che sbanda dietro, non gira in mezzo al campo e avanti si affida al solo Cassano, commovente ma sempre più intristito, e va da sé, a picco con tutta la banda crociata. Non è andato in archivio neanche un terzo di campionato, eppure gli emiliani paiono già spacciati, non si vede luce in fondo al tunnel, è in arrivo una penalizzazione per il mancato pagamento degli stipendi nei termini di legge (si parla di un -2), il tutto condito dal malumore crescente della piazza. Non solo i fischi di ieri, oggi i Boys 1977 hanno emesso un duro comunicato in cui hanno preso di mira la dirigenza nelle persone di Ghirardi e Leonardi:

“Vogliamo che Ghirardi se ne vada in fretta e senza troppi patemi d’animo, visto che dubitiamo seriamente della stabilità finanziaria e della continuità aziendale del club e che negli ultimi tempi la sua presenza presso le sedi del club crociato è da considerarsi pari a zero. Ghirardi e Leonardi la pazienza è finita. Non accettiamo più il modus operandi sino ad ora attuato, qualcuno se ne deve andare, altri devono cambiare atteggiamento nei confronti dell’intera città. Ci sentiamo presi in giro dalla dirigenza al completo visto che abbiamo dato loro il tempo di riconciliarsi con la piazza e iniziare a dire le cose come stanno con i soldi, con i debiti, con il Tas e chi più ne ha più ne metta”.

Nel bel mezzo della tempesta, un timoniere all’apparenza solo: è Roberto Donadoni che a dimettersi non ci pensa nemmeno, di un suo esonero non se ne parla di questi tempi, a lui è affidato il compito di racimolare i cocci per riprendere il filo di un discorso lasciato interrotto sei mesi fa. Nonostante vada tutto, ma proprio tutto, male, il tecnico dei gialloblu non molla:

“Ho sentito che il gruppo e vuole lottare e lo faremo fino a quando c’è un barlume di speranza. Dobbiamo trovare in noi stessi la forza di andare avanti. Non con la stessa determinazione ma con una determinazione ancora maggiore. Dobbiamo reagire. Le cose che ci accadono intorno non ci devono condizionare. Dobbiamo farcene una ragione e lottare per quello che ci compete. La gara di oggi è lo specchio della stagione, tutto ci gira storto. Non meritavamo la sconfitta”.

Ricette per voltare pagina non ne ha, ingredienti ed esperienza però sì:

“Come ho avuto modo di dire ai ragazzi, ognuno di noi ora deve ragionare come fosse il proprietario di questa squadra. Solo se la si pensa così, ognuno di noi può raschiare il barile e provare a fare l’unica cosa che ci interessa. Fare punti per provare a salvarci. Giocando con grinta con cuore ed essendo quel che magari uno solitamente non è abituato a essere. Solo cosi si può andare avanti”.

Il calendario non aiuta, ma in fondo il Parma ha l’orgoglio e i giocatori per mettere in difficoltà chiunque: contro il Palermo, al Barbera, servirà l’impresa, poi Lazio, Cagliari e Napoli prima della sosta invernale. Il panettone Donadoni dovrebbe mangiarlo, da capire se gli sarà indigesto.

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ultimo aggiornamento: 24-11-2014


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